Le 51 azioni ecologiche di TIME

Le ragioni del non mangiar carne, o del ridurne al massimo i consumi, oltre al risparmio della crudeltà gratuita nei confronti di tutti gli animali allevati per la tavola, e non solo dell’agnello simbolo della nostra campagna, comprendono validissime motivazioni ecologiche.Queste ragioni sono suffragate ogni giorno che passa da esperti ambientalisti e da autorevoli media. Questa settimana TIME, in uno speciale numero doppio per tutte le edizioni, pubblica la Guida di sopravvivenza al riscaldamento globale. L’elenco delle 51 cose da fare individualmente per collaborare alla diminuzione dei catastrofici risultati previsti comprende, oltre a tanti altri comportamenti validi, anche la rinuncia alla bistecca (in quanto elemento simbolo di tutta l’alimentazione carnivora, quindi a tutte le carni). Un simile consiglio, in una rivista autorevole e molto diffusa, fa pensare. La dieta americana tradizionale è imperniata sulla carne, sull’hamburger, sulla steack, sul barbecue. Vederla messa in luce come comportamento negativo è un traguardo importante, seppure intermedio, nella lunga maratona per la sensibilizzazione al potere delle nostre scelte a tavola, e alle conseguenze dei nostri eccessi, sugli animali, sul pianeta e su noi stessi.

Evitare la bistecca

Chi contribuisce di più all’effetto serra? La tua BMW o il tuo Big Mac? Credici o no, è la tua hamburger. In base ad un rapporto diffuso lo scorso anno dalla FAO, l’industria internazionale della carne genera circa il 18% delle emissioni serra/gas mondiali – persino più dei mezzi di trasporto. Molte di queste emissioni derivano dal protossido di azoto del letame e dal metano che è, come la mette delicatamente il New York Times, “il risultato naturale della digestione bovina”. Il metano ha un effetto riscaldante 23 volte quello del carbone, mentre il protossido di azoto ce l’ha 293 volte. Ci sono un miliardo e cinquecento milioni tra bovini e bisonti sul pianeta, insieme a un miliardo e settecento milioni di pecore e capre. La loro popolazione sta aumentando velocemente, in particolar modo nei paesi in via di sviluppo. Si prevede un raddoppio dellla produzione mondiale di carne tra il 2001 e il 2050.

Considerata la quantità di energia consumata per allevare, trasportare e vendere il bestiame, una bistecca fiorentina da 450 grammi è come un gigantesco SUV sul nostro piatto. Passando all’alimentazione vegetariana, si riduce la propria impronta ecologica carbonica di una quantità che può giungere fino a una tonnellata e mezza di anidride carbonica l’anno, secondo una ricerca effettuata dall’Università di Chicago. Scambiare un’auto normale con una ibrida riduce solo di circa una tonnellata, è non è una scelta altrettanto saporita. B.W. 

Paola Segurini

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