Carnismo, in opposizione al veganismo

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carnismoIl carnismo è un sistema di credenze che induce le persone a mangiare la carne di certi animali.

È stata la psicologa sociale Melanie Joy ad analizzare le basi culturali e psicologiche del carnismo e a rappresentarle come ideologia. Tutte le sue ricerche, i suoi risultati e quelli di tutti gli altri maggiori studiosi che la pensano come lei sono stati raccolti ed ordinati in un libro che s’intitola Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche?.

Nelle culture fondate sul carnismo, le persone non riflettono sul perchè trovano alcuni animali disgustosi e altri appetibili, o perchè per esempio in genere gli animali vengono mangiati. Ovviamente, in molte parti del mondo mangiare carne non è più una necessità e la scelta dipende quasi esclusivamente da ciò in cui si crede. Aggiungiamo pure che la scelta di non mangiare animali scaturisce da un sistema di credenze. Di conseguenza, i vegetariani non vengono definiti mangiatori di piante, poiché sappiamo che mangiare piante riflette un’implicita ideologia, secondo la quale cibarsi di animali è amorale e inappropriato. Chiamare i non-vegetariani mangiatori di carne, carnivori od onnivori, sarebbe lo stesso, come se l’atto di mangiare carne prescindesse dal sistema di credenze che guida le nostre azioni, e i vegetariani fossero in un certo senso i soli che portano in tavola i propri valori.

La ragione per la quale molta gente mangia il maiale ma non i cani dipende esclusivamente dal sistema di credenze interiorizzato, che si rivela determinante quando si tratta di mangiare animali. Perchè, allora, non si è mai parlato di carnismo? Naturalmente è più semplice riconoscere quelle ideologie che per alcuni versi stridono con le norme e i comportamenti socialmente accettati. Una ragione ancora più importante è rappresentata dal fatto che il carnismo è un’ideologia dominante, un’ideologia così radicata da diventare ormai senso comune, il modo in cui vanno le cose e non, semmai, un insieme di opinioni largamente diffuse.

Il carnismo è un’ideologia brutale e meschina: si fonda sullo sfruttamento intensivo, totalizzante e non necessario ai danni degli altri animali. Anche la carne ottenuta con i metodi definiti sostenibili – un altro termine ormai abusato – presuppone sfruttamento e violenza. E così anche uova, latte e formaggi. I principi del carnismo sono palesemente in conflitto con i valori della maggior parte delle persone, che non sarebbero disposte volentieri ad accettare questo genere di dominio o a perdonare simili violenze contro altri esseri senzienti. Quindi il carnismo, come ogni altra forma di violenza o ideologia che giustifica lo sfruttamento, deve occultare se stesso e nascondersi nella folla per avere diritto di esistenza e assicurarsi la partecipazione della gente; senza il sostegno popolare, il sistema collasserebbe.

Onnivoro e carnivoro, sono fuorvianti, descrivono una disposizione naturale, non una preferenza ideologica: un onnivoro è un essere, umano o no, che può mangiare sia i vegetali che gli animali, mentre il carnivoro è un animale che per sopravvivere ha bisogno di ingerire carne.

Carnista è il termine che meglio descrive chi si nutre di animali. Carnista non ha un’accezione negativa; intende solamente indicare una caratteristica di chi agisce secondo i principi del carnismo – così come capitalista, buddista, socialista o crudista, per esempio, descrivono chi si comporta in accordo con quelle ideologie. Se esiste un nome per indicare i vegani, dovrebbe avere senso anche nominare chi agisce in base a un sistema di credenze opposto.

L’espressione carnista, tuttavia, non porta con sé quella carica negativa condensata nel suffisso ista, perché la maggior parte dei carnisti pensa di non esserlo. Di fatto, il carnismo è un’ideologia sottile e invisibile. Molte persone sono carniste involontarie e in questo consiste il paradosso di essere carnisti. Nonostante il termine sia stato coniato per denotare con accuratezza una condizione, è facile che venga percepito alla stregua di un’ingiuria, probabilmente perché, in qualche modo, la gente ritiene che uccidere e consumare gli animali per bisogni non necessari sia offensivo.

Stefano Momentè

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