Grandi uomini, grandi donne

Grandi uomini e grandi donne. Se volete condividere è gradita la citazione del sito.

grandi uomini e grandi donne

SI FA RAPINA DELLA LORO VITA
«Se qualcuno sostenesse che, non diversamente dai frutti della terra, il dio ci ha dato anche gli animali per il nostro uso, gli risponderei che, sacrificando esseri viventi, si commette contro di loro un’ingiustizia, perché si fa rapina della loro vita».
Teofrasto, (371 – 287 a.C.) filosofo e botanico greco antico, Sulla pietà

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QUANTO A LUNGO GUARDERAI QUESTO INFERNO?
«Essere vegetariano è la mia protesta verso il comportamento collettivo. Essere vegetariano significa essere in disaccordo – in disaccordo su come va il mondo oggigiorno. Carestie, crudeltà – dobbiamo prendere una posizione contro queste cose. Il vegetarismo è la mia presa di posizione. E penso che sia una presa di posizione consistente».
«Oggi sappiamo per certo, ma lo abbiamo istintivamente sempre saputo, che gli animali possono soffrire esattamente come gli esseri umani. Le loro emozioni e la loro sensibilità sono spesso più forti di quelle umane. Diversi filosofi e capi religiosi hanno cercato di convincere i loro discepoli e seguaci che gli animali non sono altro che macchine senz’anima, senza sentimenti. Chiunque però abbia vissuto con un animale – sia esso un cane, un uccello o persino un topo – sa che questa teoria è una sfacciata menzogna, inventata per giustificare la crudeltà».
«Quanto a lungo, Dio, guarderai a questo tuo inferno e resterai in silenzio? Quale bisogno hai Tu di quest’oceano di sangue e di carne, il cui fetore invade oramai tutto l’Universo? […] Hai creato questo macello sconfinato solamente per mostrarci la tua potenza e la tua saggezza? E noi dovremmo amarti con i nostri cuori e le nostre anime per questo?»
«Più volte ho pensato che per quanto riguarda il suo comportamento verso gli animali, ogni uomo è un nazista. Ciò che i Nazisti hanno fatto agli Ebrei, gli umani lo stanno facendo agli animali».
«Spesso le persone sostengono che gli umani hanno sempre mangiato animali, come se questo giustificasse la continuazione della pratica. Secondo questa logica, non dovremmo neppure impedire l’omicidio, perché anch’esso è sempre stato praticato dall’inizio dei tempi».
Isaac Bashevis Singer (1904-1991), scrittore ebreo e vegetariano

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LA CHIAVE DELLA RIGENERAZIONE
«Alimenti vegetali invece che animali sono la chiave della rigenerazione. Gesù prese il pane al posto della carne e il vino per sostituire il sangue nell’Ultima Cena».
Richard Wagner

thoreau

NON PUOI VIVERE SOLO DI VEGETALI
«Non ho dubbio che appartenga al destino della razza umana, nel suo graduale miglioramento, smettere di mangiare animali, allo stesso modo che le tribù selvagge hanno smesso di mangiarsi l’un l’altra quando vennero in contatto con le più civili.
“Non puoi vivere solo di alimenti vegetali, perché non forniscono nulla con cui farci le ossa”, mi dice un agricoltore. E così lui dedica religiosamente una parte della giornata a rifornire il suo sistema con la materia prima delle ossa. Camminando e parlando dietro i suoi buoi, che, con ossa piene di vegetali, spingono lui e il suo ingombrante aratro, quale che sia l’ostacolo».
Henry David Thoreau, (1817-1862) filosofo, scrittore e poeta statunitense

DE ABSTINENTIA ANIMALIUM «A tutte le scuse di coloro che ammettono di fatto che si mangi carne per piacere ed intemperanza, e adducono invece sfacciatamente come pretesto di fare ciò per una necessità che attribuiscono, più di quanto convenga, alla nostra natura, mi sembra, Castrico, di essermi opposto a sufficienza con i libri precedenti». «Condurre animali al macello, e, inebriato di massacro, farli cuocere, non per nutrirsene e saziarsene, ma allo scopo di trovarvi piacere e di soddisfare la propria ghiottoneria, non c'è nome per designare questo misfatto, questo crimine». «Se dunque noi pensiamo più (mâllon nooûmen) degli animali, non per questo si deve negare agli animali la facoltà di pensare (tò noeîn), così come non si deve negare la facoltà di volare alle pernici perché i falchi volano più di esse, né agli altri falchi perché lo sparviero vola più di essi e di tutti gli altri uccelli». Porfirio (234 - 305, De abstinentia)

DE ABSTINENTIA ANIMALIUM
«A tutte le scuse di coloro che ammettono di fatto che si mangi carne per piacere ed intemperanza, e adducono invece sfacciatamente come pretesto di fare ciò per una necessità che attribuiscono, più di quanto convenga, alla nostra natura, mi sembra, Castrico, di essermi opposto a sufficienza con i libri precedenti».
«Condurre animali al macello, e, inebriato di massacro, farli cuocere, non per nutrirsene e saziarsene, ma allo scopo di trovarvi piacere e di soddisfare la propria ghiottoneria, non c’è nome per designare questo misfatto, questo crimine».
«Se dunque noi pensiamo più (mâllon nooûmen) degli animali, non per questo si deve negare agli animali la facoltà di pensare (tò noeîn), così come non si deve negare la facoltà di volare alle pernici perché i falchi volano più di esse, né agli altri falchi perché lo sparviero vola più di essi e di tutti gli altri uccelli».
Porfirio (234 – 305, De abstinentia)

DAL MONDO DI UTOPIA «Così gli Utopiensi hanno rifiutato al tutto quest'esercizio del cacciare come arte conveniente ai beccari, la quale hanno commessa ai servi, e giudicano che il cacciare sia di quella la più infima parte. Ma le altre giudicano più utili e oneste, quando si amazzano gli animali per la necessità del vivere umano, e il cacciatore solamente si piglia piacere de la morte del misero animale, il qual desiderio pensano elli che nasca da un animo a la crudeltà disposto. Queste e altre cose innumerabili, de le quai gli uomini altruove pigliano diletto, sono apo gli Utopiensi sprezzate come cose di niuna soavità». Thomas Moore (1478-1535, Utopia)

DAL MONDO DI UTOPIA
«Così gli Utopiensi hanno rifiutato al tutto quest’esercizio del cacciare come arte conveniente ai beccari, la quale hanno commessa ai servi, e giudicano che il cacciare sia di quella la più infima parte. Ma le altre giudicano più utili e oneste, quando si amazzano gli animali per la necessità del vivere umano, e il cacciatore solamente si piglia piacere de la morte del misero animale, il qual desiderio pensano elli che nasca da un animo a la crudeltà disposto. Queste e altre cose innumerabili, de le quai gli uomini altruove pigliano diletto, sono apo gli Utopiensi sprezzate come cose di niuna soavità».
Thomas Moore (1478-1535, Utopia)

DEL VITTO PITAGORICO «Nè la nostra età è stata priva d’esempi d’uomini valorosi per vigore di corpo, e di mente, ed insieme bevitori d’acqua, e mangiatori d’erbe, e di frutta. In certe montagne d’Europa sono anco al presente abitanti, che vivono di erbe, molto indomiti e fieri.... Essendo dunque sì mal fondata l’opinione volgare, che condanna il vitto vegetabile per la sanità, e tanto loda l’animale, ho io sempre creduto bene l’oppormi ad essa, mosso, e dall’esperienza, e da quella tenue cognizione delle cose naturali, che qualche studio, e la conversazione con uomini grandi mi han dato». Antonio Cocchi, estratto da Del vitto pitagorico, 1743

DEL VITTO PITAGORICO
«Nè la nostra età è stata priva d’esempi d’uomini valorosi per vigore di corpo, e di mente, ed insieme bevitori d’acqua, e mangiatori d’erbe, e di frutta. In certe montagne d’Europa sono anco al presente abitanti, che vivono di erbe, molto indomiti e fieri…. Essendo dunque sì mal fondata l’opinione volgare, che condanna il vitto vegetabile per la sanità, e tanto loda l’animale, ho io sempre creduto bene l’oppormi ad essa, mosso, e dall’esperienza, e da quella tenue cognizione delle cose naturali, che qualche studio, e la conversazione con uomini grandi mi han dato».
Antonio Cocchi, estratto da Del vitto pitagorico, 1743

FORSE VERRA' IL GIORNO «C'è stato un giorno, e mi rattrista dire che in molti posti non è ancora passato, in cui la maggior parte del genere umano, grazie all'istituzione della schiavitù è stata trattata dalla legge esattamente nello stesso modo in cui, per esempio in Inghilterra, sono trattate ancora le razze inferiori di animali. Forse verrà il giorno in tutte le altre creature animali si vedranno riconosciuti quei diritti che nessuno, che non sia un tiranno, avrebbe dovuto negar loro. I Francesi hanno già scoperto che il colore nero della pelle non è una buona ragione perché un uomo debba essere abbandonato, per motivi diversi da un atto di giustizia, al capriccio di un torturatore. Forse un giorno si giungerà a riconoscere che il numero delle zampe, la villosità della pelle o la terminazione dell'osso sacro sono ragioni altrettanto insufficienti per abbandonare a quello stesso destino un essere senziente. In base a che cos'altro si dovrebbe tracciare la linea insuperabile? In base alla ragione? O alla capacità di parlare? Ma un cavallo o un cane che abbiano raggiunto l'età matura sono senza confronto animali più razionali e più aperti alla conversazione di un bambino di un giorno, di una settimana o di un mese. Supponiamo che così non fosse; che cosa conterebbe? La domanda da porsi non è se sanno ragionare, né se sanno parlare, bensì se possono soffrire». Jeremy Bentham (1748-1832)

FORSE VERRA’ IL GIORNO
«C’è stato un giorno, e mi rattrista dire che in molti posti non è ancora passato, in cui la maggior parte del genere umano, grazie all’istituzione della schiavitù è stata trattata dalla legge esattamente nello stesso modo in cui, per esempio in Inghilterra, sono trattate ancora le razze inferiori di animali.
Forse verrà il giorno in tutte le altre creature animali si vedranno riconosciuti quei diritti che nessuno, che non sia un tiranno, avrebbe dovuto negar loro.
I Francesi hanno già scoperto che il colore nero della pelle non è una buona ragione perché un uomo debba essere abbandonato, per motivi diversi da un atto di giustizia, al capriccio di un torturatore.
Forse un giorno si giungerà a riconoscere che il numero delle zampe, la villosità della pelle o la terminazione dell’osso sacro sono ragioni altrettanto insufficienti per abbandonare a quello stesso destino un essere senziente. In base a che cos’altro si dovrebbe tracciare la linea insuperabile? In base alla ragione? O alla capacità di parlare? Ma un cavallo o un cane che abbiano raggiunto l’età matura sono senza confronto animali più razionali e più aperti alla conversazione di un bambino di un giorno, di una settimana o di un mese. Supponiamo che così non fosse; che cosa conterebbe? La domanda da porsi non è se sanno ragionare, né se sanno parlare, bensì se possono soffrire».
Jeremy Bentham (1748-1832)

LA PAZZIA DELLA CACCIA «Pazzi coloro che hanno la passione della caccia, che pensano solo ad inseguire gli animali e pensano di provare un divertimento incredibile ogni volta che sentono il suono disgustoso dei corni e l’abbaiare dei cani. Vorrei quasi dire che considerano gli escrementi dei cani come il profumo della cannella!» Erasmo da Rotterdam (1465-1536)

LA PAZZIA DELLA CACCIA
«Pazzi coloro che hanno la passione della caccia, che pensano solo ad inseguire gli animali e pensano di provare un divertimento incredibile ogni volta che sentono il suono disgustoso dei corni e l’abbaiare dei cani. Vorrei quasi dire che considerano gli escrementi dei cani come il profumo della cannella!»
Erasmo da Rotterdam (1465-1536)

MANGIARE CARNE E' INNATURALE «Mangiare carne è innaturale quanto la pagana adorazione dei demoni. Io vivo di pane e olive, ai quali aggiungo solo di rado qualche verdura» San Pietro, Omelie Clementine XII, 6 rec. VII, 6

MANGIARE CARNE E’ INNATURALE
«Mangiare carne è innaturale
quanto la pagana adorazione dei demoni.
Io vivo di pane e olive,
ai quali aggiungo solo
di rado qualche verdura»
San Pietro, Omelie Clementine XII, 6 rec. VII, 6

L'USO DEL CIBO ANIMALE SOVVERTE LA PACE DELLA SOCIETA' UMANA «Il macello d’innocui animali non può mancare di produrre molto di quello spirito d’insana e spaventevole esultanza per la vittoria acquistata a prezzo del massacro di centomila uomini. Se ne deriva che l’uso del cibo animale sovverte la pace della società umana, e quanto inescusabile è l’ingiustizia e la barbarie contro queste miserande vittime! Esse vengono chiamate in vita artificialmente affinché conducano una breve e miserabile esistenza di schiavitù e pena, abbiano i loro corpi mutilati, i loro sentimenti oltraggiati». Percy Bysshe Shelley (1792 - 1822)

L’USO DEL CIBO ANIMALE
SOVVERTE LA PACE DELLA SOCIETA’ UMANA

«Il macello d’innocui animali non può mancare di produrre molto di quello spirito d’insana e spaventevole esultanza per la vittoria acquistata a prezzo del massacro di centomila uomini. Se ne deriva che l’uso del cibo animale sovverte la pace della società umana, e quanto inescusabile è l’ingiustizia e la barbarie contro queste miserande vittime! Esse vengono chiamate in vita artificialmente affinché conducano una breve e miserabile esistenza di schiavitù e pena, abbiano i loro corpi mutilati, i loro sentimenti oltraggiati».
Percy Bysshe Shelley (1792 – 1822)

SANGUE CHIAMA SANGUE «Non è una digressione menzionare gli orrori della guerra in connessione con il massacro delle bestie ed i banchetti di carne. La dieta degli individui è in stretta relazione con il loro modo di agire. Sangue chiama sangue». Jacques Elisée Reclus, geografo, massone e anarchico francese.

SANGUE CHIAMA SANGUE
«Non è una digressione menzionare gli orrori della guerra in connessione con il massacro delle bestie ed i banchetti di carne. La dieta degli individui è in stretta relazione con il loro modo di agire. Sangue chiama sangue».
Jacques Elisée Reclus, geografo, massone e anarchico francese.

Dieta vegetale e dolce riposo. Cibo animale e incubi. Cogli il tuo corpo dal frutteto; non strapparlo dal macello. Senza la dieta carnivora non potrebbe esserci alcuna sanguinosa guerra. Louisa May Alcott (1832 – 1888), scrittrice statunitense (ricordate Piccole Donne?)

DIETA VEGETALE E DOLCE RIPOSO
Dieta vegetale e dolce riposo.
Cibo animale e incubi.
Cogli il tuo corpo dal frutteto;
non strapparlo dal macello.
Senza la dieta carnivora
non potrebbe esserci
alcuna sanguinosa guerra.
Louisa May Alcott (1832 – 1888), scrittrice statunitense (ricordate Piccole Donne?)

E' INDUBITATA COSA «Pitagora nell'atto, che dalla cattedra della nostra Italica Scuola dettava sistemi che riguardavano quanto mai fosse fuori di esso lui, e di noi per pascere l'intelletto e l'animo, non trascurò di sistemare peranche ciò che meglio, e più opportunamente al nutrimento ed alla conservazione del meccanico nostro vivere conducesse. [...] è indubitata cosa, che li cibi erbacei siano più confacenti all'uomo, per cui vedesi la più parte dei naturalisti a quella opinione inclinata, che l'uomo naturalmente non sia carnivoro. E se noi ponghiamo mente al parlare delle antiche scritture, rilevaremo con tutta chiarezza che le frutta della terra destinate vennero al nutrimento dell'uomo, e che sopra dei pesci, degli animali terrestri e dei volatili n'ebbe lo stesso uomo soltanto il dominio; sicché l'essersi poi dati alcuni uomini ad alimentarsi di animali fosse stata una necessità di alcuni luoghi, oppure un lusso». Vincenzo Corrado (1736 – 1836), cuoco, filosofo e letterato italiano, da Del cibo pitagorico

E’ INDUBITATA COSA
«Pitagora nell’atto, che dalla cattedra della nostra Italica Scuola dettava sistemi che riguardavano quanto mai fosse fuori di esso lui, e di noi per pascere l’intelletto e l’animo, non trascurò di sistemare peranche ciò che meglio, e più opportunamente al nutrimento ed alla conservazione del meccanico nostro vivere conducesse. […] è indubitata cosa, che li cibi erbacei siano più confacenti all’uomo, per cui vedesi la più parte dei naturalisti a quella opinione inclinata, che l’uomo naturalmente non sia carnivoro. E se noi ponghiamo mente al parlare delle antiche scritture, rilevaremo con tutta chiarezza che le frutta della terra destinate vennero al nutrimento dell’uomo, e che sopra dei pesci, degli animali terrestri e dei volatili n’ebbe lo stesso uomo soltanto il dominio; sicché l’essersi poi dati alcuni uomini ad alimentarsi di animali fosse stata una necessità di alcuni luoghi, oppure un lusso».
Vincenzo Corrado (1736 – 1836), cuoco, filosofo e letterato italiano, da Del cibo pitagorico

GLI ANIMALI SONO CIO' CHE NOI SIAMO «Soltanto quando sarà ben penetrata nel popolo quella semplice ed indiscutibile verità che gli animali sono nella sostanza e nell'essenziale ciò che noi siamo, gli animali non saranno più senza diritti ed in balia del malumore e della crudeltà di qualunque rozzo mascalzone; e non sarà più lecito a qualsiasi medicastro di sperimentare, infliggendo i più atroci tormenti a innumerevoli animali, ogni strano capriccio della sua ignoranza, come avviene ai nostri giorni». Arthur Schopenhauer, da Parerga e paralipomena

GLI ANIMALI SONO CIO’ CHE NOI SIAMO
«Soltanto quando sarà ben penetrata nel popolo quella semplice ed indiscutibile verità che gli animali sono nella sostanza e nell’essenziale ciò che noi siamo, gli animali non saranno più senza diritti ed in balia del malumore e della crudeltà di qualunque rozzo mascalzone; e non sarà più lecito a qualsiasi medicastro di sperimentare, infliggendo i più atroci tormenti a innumerevoli animali, ogni strano capriccio della sua ignoranza, come avviene ai nostri giorni».
Arthur Schopenhauer, da Parerga e paralipomena

IL DESTINO DEI FIGLI DELL'UOMO E' IL DESTINO DEGLI ALTRI ANIMALI 18. Riguardo ai figli dell’Uomo, ho detto, nel mio cuore: il Creatore li giudicherà, mettendoli alla prova, e mostrerà che sono come gli altri animali 19. Infatti il destino dei figli dell’Uomo è il destino degli altri animali: come muoiono questi muoiono quelli, l’unico soffio è per tutti, e all’Uomo non resta nulla rispetto ad essi. Perché tutto è polvere 20. Tutti vanno allo stesso luogo: dalla polvere tutto è venuto e nella polvere tutto ritorna Qohelet, versione di Stefano Momentè

IL DESTINO DEI FIGLI DELL’UOMO E’ IL DESTINO DEGLI ALTRI ANIMALI
18. Riguardo ai figli dell’Uomo, ho detto, nel mio cuore: il Creatore li giudicherà, mettendoli alla prova, e mostrerà che sono come gli altri animali
19. Infatti il destino dei figli dell’Uomo è il destino degli altri animali: come muoiono questi muoiono quelli, l’unico soffio è per tutti, e all’Uomo non resta nulla rispetto ad essi. Perché tutto è polvere
20. Tutti vanno allo stesso luogo: dalla polvere tutto è venuto e nella polvere tutto ritorna
Qohelet, versione di Stefano Momentè

CANNIBALISMO E CIVILTA' «Esisterà una vera civiltà umana soltanto quando non solo non esisteranno più cannibali, ma ogni forma di consumo di carne verrà considerata cannibalismo». Wilhelm Busch (1832 – 1908), poeta tedesco

CANNIBALISMO E CIVILTA’
«Esisterà una vera civiltà umana soltanto quando non solo non esisteranno più cannibali, ma ogni forma di consumo di carne verrà considerata cannibalismo».
Wilhelm Busch (1832 – 1908), poeta tedesco

AVREMMO RESO IL MONDO UN POSTO MIGLIORE «Se il mondo intero decidesse di diventare vegan domani, molti problemi sarebbero scomparsi durante la notte. Il cambiamento climatico si potrebbe ridurre del 25 per cento, la deforestazione cesserebbe, conserveremmo le foreste pluviali, la qualità della nostra acqua e dell'aria migliorerebbero, le aspettative di vita aumenterebbero, e l'incidenza del cancro precipiterebbe. Con il diventare vegan avremmo reso il mondo un posto migliore». Moby, da Moby Remastered

AVREMMO RESO IL MONDO UN POSTO MIGLIORE
«Se il mondo intero decidesse di diventare vegan domani, molti problemi sarebbero scomparsi durante la notte. Il cambiamento climatico si potrebbe ridurre del 25 per cento, la deforestazione cesserebbe, conserveremmo le foreste pluviali, la qualità della nostra acqua e dell’aria migliorerebbero, le aspettative di vita aumenterebbero, e l’incidenza del cancro precipiterebbe. Con il diventare vegan avremmo reso il mondo un posto migliore».
Moby, da Moby Remastered

some jenins

COME POTRA’ L’UOMO
«Come potrà l’uomo, che è un tiranno sanguinario, essere in grado di difendersi dall’accusa di quelle innumerevoli crudeltà inflitte a suoi sudditi inoffensivi, affidati alle sue cure, e posti sotto la sua autorità, dal Padre comune?»
Soame Jenyns (scrittore inglese, 1704 – 1787) da Cruelty to Animals

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