Gabbianelle e archi dorati

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Il 20 novembre scorso, e i giorni successivi, abbiamo potuto verificare come lo scenario d’apertura dell’intensa fiaba raccontata da Sepulveda – poi trasformata in una bellissima storia a disegni animati che narra di una gabbiana caduta in una macchia di petrolio mentre è in viaggio migratorio… …sia diventato ancora una volta la nera realtà a cui lo scrittore s’era ispirato, e abbia portato ai nostri figli le tristissime immagini di uccelli marini intrappolati in una marea appiccicosa e devastante. Proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia infatti, la petroliera Prestige è completamente affondata nell’Atlantico al largo delle coste della Galizia, disperdendo un’enorme quantità di petrolio in mare aperto, in uno dei maggiori periodi migratori di volatili come sule e gazze marine, gabbiani e marangoni dal ciuffo.
E sempre lo stesso giorno, in concomitanza con l’anniversario dell’adozione della Convenzione sui Diritti dei Minori, otto ragazzini newyorkesi sono passati bruscamente dal mondo fantastico, ammaliatore e amichevole di McDonald’s alla triste realtà della loro cattiva salute e hanno denunciato la catena di fast food per aver causato la loro obesità, non avendoli mai messi in guardia dai rischi comportati da hamburger e patatine. In contemporanea, una coalizione internazionale di professori universitari e di medici ha lanciato un appello all’Unicef per chiedere che fosse cancellata la partnership con McDonald’s (un euro per ogni Big Mac) accusando la multinazionale di ostacolare gli sforzi dell’Onu per promuovere un’alimentazione sana.
Gli spot pubblicitari con gli slogan suadenti, l’atmosfera giocosa degli “Happy Meals” e le popolarissime feste di compleanno per bambini, propongono e impongono non una marca, ma uno stile di vita, un’estetica, un’etica e una visione del mondo, una favola ironica e crudele, che maschera e nasconde anche i milioni e milioni di animali allevati e uccisi ogni anno per far funzionare la catena di produzione di dollari.
I colori vivaci delle insegne, la presenza di aree gioco all’interno dei locali, la frequente offerta di regalini ai piccoli clienti sono strumenti di una comunicazione orientata soprattutto verso i ragazzini, che offrono il vantaggio di essere facilmente influenzabili e di esercitare un’elevata incidenza sulle scelte d’acquisto delle famiglie.
“Happy Meal” dopo “Happy Meal” si crea un solido rapporto di fidelizzazione, perché i bambini-clienti di oggi saranno i genitori-clienti di domani. E il pagliaccio Ronald diventa un amico, un ricordo piacevole dell’infanzia, e il locale con gli archi d’oro un rifugio familiare e consolatorio (chi scrive ha sentito più di un teen-ager americano in crisi di sottile nostalgia, sospirare I’ll go to MY McDonald’s).
Ma d’improvviso gli archi diventano trappole per chi, come i bambini obesi e diabetici americani, si era fidato di loro e le parole del protagonista di un romanzo di Roberto Vecchioni che recita: “I McDonald’s sono la morte della coscienza, dello sviluppo, della libertà di scelta (…). Sono il freddo spacciato per calore, la regola venduta per fantasia” , assumono i contorni di un’amara realtà.
Una realtà tetra e vischiosa, proprio come è accaduto recentemente nella gelida realtà dei mari di Spagna e di Cina, ed è inutile sognare e illudere i piccoli che anche le gabbiane di La Coruna, come la dolce madre della storia di Sepulveda, siano riuscite a deporre le loro uova e a farsi promettere da qualche gatto che se ne prenderà cura, proteggendo e aiutando a volare le gabbianelle che ne nasceranno.
[Paola Segurini per animalieanimali.it]

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