Par condicio alimentare?

inmanetteSdoganata la fiorentina per la gioia dello squartatore/buffone Cecchini, ma ancora in pieno tsunami avicolo, scoppia ora lo scandalo del grano.
Ieri è stato arrestato Francesco Casillo – nome da non dimenticare -, imprenditore pugliese, accusato di aver immesso sul mercato una grossa partita di grano avvelenato. Casillo era già stato fermato a settembre con 58 mila tonnellate di prodotto proveniente dal Canada.
Ma i controlli effettuati dalla Guardia di Finanza hanno appurato solo ora che si trattava di grano contaminato da ocratossima, una sostanza fortemente nociva e cancerogena.
Nel frattempo la partita era stata dissequestrata e quasi completamente venduta: 53 mila tonnellate che hanno invaso l’Italia. Ora è accusato di avvelenamento di acque o sostanze alimentari e contraffazione di sostanze alimentari.
Perché non di tentata strage o almeno di tentato omicidio? E perché non è possibile (ora, come non è stato possibile in merito alle uova avariate di qualche tempo fa) conoscere i nomi delle aziende che hanno acquistato il grano di Casillo per farne pane, pasta e prodotti dolciari da forno? I tg della sera, nel dare la notizia, hanno rassicurato gli italiani che la pasta italiana è buona. Ma allora questo grano dov’è finito? Spero non si tiri in ballo la privacy – del maccherone, come hanno detto gli amici di Caterpillar – per evitare la pubblicazione dell’elenco. Ben altri elenchi hanno visto le pagine dei giornali in questo periodo.
Ma forse la salute *vera* interessa meno di politica, finanza e previsioni del tempo.

Stefano Momentè

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