Vino e alcolici

vino_rosso_bicchieriSul rapporto tra vegani e consumo di alcolici la questione rimane aperta. Ne scrivo fin dal 2002, ma ogni tanto è bene tornarci.
I vegani salutisti, oppure appartenenti al movimento Straight Edge, non consumano alcolici. Lo stesso avviene per i vegani etici più rigorosi, in quanto l’alcool d’origine è testato sugli animali.
Se così non fosse, quasi tutti gli alcolici potrebbero essere consumati anche dai vegani. Con alcune eccezioni, che creano però molta confusione tra i consumatori.
Alcuni whisky e brandy spagnoli sono trattati in barili che precedentemente avevano contenuto sherry chiarificato con prodotti animali. Alcune vodke, invece, sono filtrate con del carbone d’ossa. L’E120, colorante animale, oltre che per bevande alcoliche di uso comune, come alcune note marche di aperitivi di colore rosso (non l’Aperol, come da me erroneamente riportato in una mia pubblicazione), viene usato anche per arricchire alcuni vini rossi.
Le birre possono essere chiarificate utilizzando prodotti di origine animale. E così pure il vino. Molte birre contengono colla di pesce.
A volte, tra gli ingredienti della birra, c’è il monostearato glicerico di derivazione animale. Il vino, invece, può essere chiarificato usando colla di pesce, gelatina, albume d’uovo, caseina, chitina (gusci di granchi o aragoste), midollo di bue. Le alternative vegane sono bentonite, diatomite, caolino e gel di silice.
La maggior parte dei vini biologici non usa chiarificazioni di derivazione animale, ma qualcuno sì. Non esistono categorie sicure, la verifica dev’essere fatta prodotto per prodotto. All’estero esistono liste di bevande alcoliche delle principali marche costantemente aggiornate.

Stefano Momentè

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