I danni alla salute provocati dai latticini

Categoria : Salute e benessere

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L’industria dei latticini e le autorità alimentari sanno che i prodotti derivati dal latte di mucca provocano una serie di problemi alla salute, ma continuano a promuoverli come elementi essenziali per la nostra dieta.

Pubblicato dal sito Internet di

Robert “NOTMILKMAN” Cohen
325 Sylvan Avenue
Englewood Cliffs, NJ 07632, USA
Telefono: (201) 599 0325
Numero verde in USA: 1888-NOT-MILK
Fax: (201) 599 0338
Sito web: http://www.notmilk.com

Qualche volta abbiamo trattato dei danni alla salute provocati dal consumo di latte e dei suoi derivati. Nell’ultimo numero, su Villaggio Globale abbiamo pubblicato un articolo riguardante il rischio di cancro derivante dal latte trattato con BST e citammo il libro di Robert Cohen, Milk:

The Deadly Poison. Per questo numero, pubblichiamo una selezione di domande e commenti estratti dal sito web Q&A di Robert “NOTMILKMAN” Cohen.

Ma siete avvertiti: dopo aver letto il pezzo, potreste non bere mai più latte! ? Editore di NEXUS

Lettera 85: David Weber, Oklahoma

Divenni diabetico a venticinque anni. La letteratura sul diabete fa qualche riferimento ad un possibile legame fra il latte di mucca e il diabete. Ma, naturalmente, i medici si preoccupano delle malattie e non sono interessati al cibo. Se si avviassero dei test clinici per provare che il latte di mucca è la causa del diabete, e si fermasse quindi il diffondersi dello stesso, si vincerebbe il premio Nobel…

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Uno studio dell’Università di Helsinki (Virtanen e Aro, “Dietary factors in the aetiology of diabetes”, Ann. Med. 26(6):469-478, dicembre 1994) ha rivelato che la precoce introduzione di latte di mucca nei neonati di tre mesi o più piccoli, ha spesso procurato una totale deficienza di insulina. Questa patologia insorgeva come conseguenza naturale della distruzione delle cellule beta, dovuta alla reazione allergica del neonato in risposta alla presenza delle proteine del latte di mucca.

Alcuni scienziati in Italia notarono effetti simili dopo aver analizzato i dati di bambini diabetici. La loro conclusione indicò un’assoluta relazione di causa-effetto fra l’assunzione di latte e il diabete (Fava, et al., “Relationship between dairy product consumption and the incidence of IDDM in childhood in Italy”, Diabetes Care 17(12):1488-90, dicembre 1994).

Alcuni ricercatori dell’Università del Colorado pubblicarono un articolo in Journal of Endocrinological Investigations, che identificò nel peptide dell’albumina bovina il meccanismo che origina il diabete mellito dipendente da insulina (Norris e Pietropaolo, J. Endocrin. Invest. 17(7):1488-1490, luglio-agosto 1994).

In un esperimento accuratamente controllato, condotto sui topi da alcuni scienziati in Canada, si è scoperto il legame fra l’esposizione precoce al latte di mucca e lo sviluppo del diabete. Essi collegarono il diabete mellito dei roditori e degli umani alla precoce esposizione alle proteine bovine. Il loro lavoro venne pubblicato nel febbraio 1994 sul Journal of Immunology.

I suddetti studi costituiscono degli esempi di ricerca che l’industria dei latticini preferisce non vengano letti. Più conoscenza si acquisisce, meno ignoranti si diventa. L’ignoranza non è beatitudine. L’ignoranza può essere dannatamente insalubre! Forti di questi dati di fatto, esporreste il vostro neonato al latte di mucca? Dopo aver constatato che le proteine di bovino inducono il corpo a reagire producendo anticorpi che distruggono le cellule beta produttrici di insulina, pensate sia saggio bere fluidi del corpo che contengono ormoni provenienti da un’altra specie di creature? Gli ormoni funzionano. Se scegliete di credere all’FDA (l’amministrazione USA per alimenti e medicinali), la quale ci assicura che gli ormoni nel latte non agiscono, state giocando con una potente arma carica. Se scegliete di supportare l’evidenza scientifica, allora state armando voi stessi con munizioni che vi proteggeranno.

Saluti, il NOTMILKMAN (l’UOMO NON LATTIVORO, ndt)

Lettera 115: Roy ?stensen, Norvegia, 16 gennaio 1998

Sono rimasto piuttosto impressionato da questa pagina e, sebbene abbia già sentito alcuni di questi argomenti, e sia quindi stato scettico nei riguardi del latte per molti anni, molti erano per me nuovi. L’evidenza dei pericoli del latte non è quasi mai stata discussa in Norvegia.

Come è noto, gli scandinavi sono fra i più accaniti bevitori di latte del mondo e nella regione si registrano fra i più alti tassi di incidenza del diabete e dell’osteoporosi. Per esempio, un articolo di alcuni giorni fa disquisiva circa la marcata differenza nella ricorrenza del diabete fra le regioni norvegesi ad est e ad ovest della capitale, Oslo. Pare che il diabete sia quasi inesistente nella parte orientale, che è la più povera e abitata in maggioranza da immigrati. Come possibile spiegazione, gli scienziati hanno sottolineato l’esistenza di una correlazione, emersa dai loro dati, fra i tassi di infezione in tenera età. Suppongono che molte infezioni contratte da bambino proteggano contro il diabete in seguito!

Non so se dietro ci sia un ragionamento medico, ma sospetto che non abbiano nemmeno considerato il ben noto fatto che un norvegese medio beve 10 volte più latte di un immigrato.

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Se ti interessa, ieri ho avuto una discussione con una nutrizionista francese. Lei asseriva che i francesi mangiano molto formaggio e bevono molto latte eppure sono il popolo più sano al mondo. Bene, le dissi che nel 1994, 16,49 donne americane su 100.000 morirono di cancro al seno. Nello stesso anno, ve ne fu un numero maggiore in Francia. I francesi mangiano più formaggio e bevono più latte degli americani, e 17,79 donne su 100.000 morirono di cancro al seno.

E ora le notizie davvero cattive. La popolazione norvegese beve persino più latte di quella francese. Pronto per il tasso di cancro al seno? É di 17,88 su 100.000! Potrebbe essere peggio. L’Olanda ha un tasso del 22,13 per cento. Ricordiamoci di quella lattaia olandese (che riposi in pace) quando apprendiamo la verità circa gli ormoni nel latte.

Saluti, il NOTMILKMAN

Lettera 160: Paul M. Fleiss, MD, MPH, 21 febbraio 1998

La pastorizzazione e l’omogeneizzazione alterano le componenti e la biodissolubilità del latte in maniera significativa. Le suggerisco di provare il Raw Certified Milk (latte crudo certificato, ndt) prodotto da Steve’s Natural Diary in California, un prodotto decisamente differente da quelli di cui sta parlando. Non tutto il latte è uguale!

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Caro dottore: Molte persone non sono consapevoli che il latte è spesso pastorizzato due o tre volte prima che cominci a scoppiettare, scricchiolare e penetrare nei loro cereali. Perché i produttori dovrebbero ripetere la procedura se funziona così bene? La risposta? Mi permetta di rivelare ciò che dovrebbe essere palese di per sé: la pastorizzazione non funziona! Quando le condizioni, quali il trattamento col calore, non sono favorevoli ai ‘piccoletti’ (Bacillus, Clostidrium, etc.), essi si difendono formando delle spore che li proteggono dalla bollitura, dagli antibiotici e dai germicidi. Quando il latte si raffredda e le condizioni diventano adatte alla crescita, questi batteri ritornano al loro stato originario.

Molti consumatori vengono ingannati dalla propaganda dell’industria dei latticini e affidano la propria salute al mito della pastorizzazione. Questi stessi consumatori dovrebbero impiegare il senso dell’olfatto dopo una settimana di refrigerazione. Qualcosa nel contenitore si è putrefatto. Gli sgradevoli odori sono le tossine secrete nel latte dalle colture di microrganismi che continuano a crescere.

Se il latte dev’essere un prodotto sicuro da usare, deve provenire da animali puliti e sani. Sfortunatamente, la maggior parte del latte d’America contiene leucemia, tubercolosi o il virus da immunodeficienza dei bovini, secondo Virgil Hulse, MD. Il dr. Hulse è stato ispettore caseario ed in America è uno degli esperti riconosciuti in materia.

Il mio interesse nel latte cominciò circa quattro anni fa. Non volevo che i miei figli venissero ingolfati di potenti ormoni della crescita, che non vengono distrutti dalla pastorizzazione. Sin da allora, ho appreso che la pastorizzazione non distrugge molte altre sostanze pericolose. Per favore, guardate la “paratubercolosi”. Le mucche soffrono di disordini intestinali dovuti alla paratubercolosi, un micobatterio resistente al calore. Le mucche contraggono il male di Johne da questo organismo e gli umani assimilano questo disordine intestinale bevendo il latte di mucca. Esiste sicuramente un legame fra il male di Crohn negli uomini e l’assunzione di latte.

Saluti, il NOTMILKMAN

Lettera 161: Diane Parker, San Diego, 2 febbraio 1998

Diventai vegetariana più di 20 anni fa e abusai dei latticini a causa della mia erronea convinzione circa il bisogno di un adeguato apporto proteico. Andai in sovrappeso, sviluppai la tendinite (depositi di calcio) nel gomito ed ebbi problemi respiratori cronici. Alla fine, eliminai dalla mia dieta tutti i latticini dopo aver letto il libro di John McDougall, Frank Oski, Gary Null e Neal Barnard. Tutti i succitati problemi di salute scomparvero e i miei livelli di energia aumentarono.

Solo 10 anni più tardi gradualmente reintrodussi i latticini nella mia dieta (non riesco ancora a bere direttamente il latte). In poco più di un anno il mio peso è fuori controllo, l’eccesso di muco e i problemi alle vie respiratorie sono tornati a tutta forza e comincio a soffrire di dolori alle giunture e di artrite. Ho direttamente attribuito tutto ciò all’assunzione di latticini.

Il suo sito ha rafforzato la mia convinzione a vivere senza latticini. Sono ansiosa di leggere il suo libro e sono grata a lei e agli altri che stanno cercando di rieducare tutti noi.

Lettera 167: Lauri Bartlema, Texas, 27 febbraio 1998

Stavo bene finché non ho letto la parte del “pus”. É così dannoso se si beve latte scremato?

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Cara Lauri: il latte scremato è peggio! Gli americani hanno cambiato la loro alimentazione. Nel 1979 una persona media beveva 149 libbre di latte intero e 78 libbre di latte a basso contenuto di grasso. Entro il 1994 i numeri si erano quasi invertiti: 75 libbre di latte intero, 124 libbre di parzialmente scremato. Noi beviamo, in media, tre once al giorno in più di latte parzialmente scremato. Togliendo il grasso al latte si ottiene una proporzione più alta di proteine. Le proteine del latte, in particolare la caseina, sono quelle che causano la maggior parte delle allergie di cui tratto nel mio libro, Milk: The Deadly Poison (Latte: il veleno mortale).

Una rubrica in US News & World Report (12 gennaio 1997, p. 22) rivelava che le morti da asma sono più che raddoppiate dal 1979 al 1994. La National Lung Association è del tutto incapace di spiegarne il perché. Essi concludono dicendo che non vi è alcun fattore alimentare. É tempo di svegliarsi, non credete? Se beveste la colla di Elmer (la caseina), non vi aspettereste che i bronchioli dei vostri polmoni si chiudessero? L’orrore di un attacco d’asma: la vittima cerca di respirare, ma la colla nei polmoni porta ad una morte terribile. Per 2.598 Americani nel 1979 e per 5.487 Americani nel 1994, il latte fu un veleno mortale. L’articolo di US News & World Report rivelò che la maggior parte dei sofferenti erano afroamericani. Essi incolparono la povertà dell’insorgere dell’asma. Che mancanza di saggezza! Il novanta per cento di afroamericani soffrono di intolleranza al lattosio. Queste persone non possono digerire le proteine bovine. La soluzione? Ingaggiare afroamericani come Spike Lee, Patrick Ewing e Naomi Campbell per mettersi quei “milkstaches” (gioco di parole intraducibile, che si riferisce alla campagna pubblicitaria in cui i suddetti personaggi avevano i “baffi” di latte; ndt). Pagarli per tradire la loro stessa razza.

Saluti, il NOTMILKMAN

Lettera 175: Michael Stanley, New Jersey, 2 marzo 1998

L’ho ascoltata stamattina su WFAN NY. Che modo di svegliarsi la domenica mattina! Lei ha decisamente catturato la nostra attenzione. Devo ammettere, tuttavia, che per noi è dura vedere il prodotto da quella prospettiva.

La famiglia del primo marito di mia moglie gestì per anni una fabbrica di latticini. Io crebbi lungo la strada di una fabbrica di latticini. Trascorsi molti giorni lì, mentre crescevo. Ricordo molti bicchieri di latte fresco. É molto diverso il modo in cui viene prodotto oggi il latte, rispetto ad una generazione fa?

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Caro Michael: una generazione fa, una mucca da latte media produceva solo otto litri di latte al giorno. Oggi, una mucca tipica produce 50 litri al giorno.

Una generazione fa, le mucche mangiavano erba. Oggi, vengono nutrite con pastoni di ossa e sangue dei loro fratelli e sorelle.

Una generazione fa, affiorava la crema in cima al bicchiere di latte. Oggi il latte è omogeneizzato, le molecole di grasso vengono rimpicciolite e divengono meccanismi portatori degli ormoni di proteine, che sopravvivono alla digestione e scavalcano l’intestino. Una volta, il latte veniva conservato in bottiglie di vetro, ora in contenitori di plastica.

Una generazione fa, ai produttori veniva concesso di introdurre nel latte una parte per cento milioni di antibiotici. Oggi, i produttori possono metterne una quantità 100 volte superiore.

Una generazione fa, c’erano pochi antibiotici, ergo pochi antibiotici residui nel latte. Oggi, si sono trovati 52 differenti residui di antibiotici nel latte.

Una generazione fa, era contro la legge approvare un farmaco per il cibo che assumiamo, se questo causava il cancro negli animali da laboratorio. Oggi, grazie all’avvocato della Monsanto (Mike Taylor) ingaggiato dall’FDA, la legge che proibisce il cancro negli animali da laboratorio è stata cambiata, minimizzando il modo in cui ora l’FDA considera il cancro.

Una generazione fa, una donna su venti aveva la possibilità di contrarre il cancro al seno. Oggi, secondo un articolo del New York Times (8 novembre 1994), il 39 per cento delle donne americane fra i 40 e i 50 anni hanno il cancro al seno.

Una generazione fa, raramente si sentiva che un bambino aveva contratto il cancro o la leucemia o necessitava di un trapianto di midollo osseo. Oggi, tutto questo mi spezza il cuore.

Saluti, il NOTMILKMAN

Lettera 269: Paul Gadebusch III, 5 aprile 1998

Interessante. Le conclusioni lasciano un po’ a desiderare, ma sono degne di considerazione. Riguardo al fatto che il 60 per cento delle mucche hanno il virus della leucemia ? possono gli umani contrarre la leucemia dal virus dei bovini? Si trova nel latte? Sto pensando di accettare molto di quanto lei dice.

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Caro Paul: è comune trovare mandrie con l’80 per cento o più di mucche affette da leucemia. Un esperto dell’industria dei latticini, Virgil Hulse, MD, ha recentemente testimoniato in deposizioni prima del processo per Oprah Winfrey che il 60 per cento delle mucche sono infettate dal virus della leucemia. Nel suo brillante libro, Mad Cows and Milk Gate, Hulse descrive come la leucemia attraversi la barriera della specie. Si può acquistare il libro dalla Marble Mountain Publishing al (541) 482 2048. Hulse identifica le concentrazioni di leucemia fra i bambini in età scolare e i lavoratori caseari, che egli fa risalire alle mandrie infette.

Ho dedicato un capitolo del mio libro, Milk: The Deadly Poison, alla leucemia. Gli animali da laboratorio trattati con ormoni trovati nel latte americano, avevano un incremento medio della milza pari al 46 per cento dopo appena 90 giorni. Negli umani un pari incremento della milza porterebbe spesso ad una diagnosi di leucemia. Io so molto poco sulla cura, ma so parecchio sulla prevenzione: NIENTE LATTE!

Saluti, il NOTMILKMAN

Lettera 277: Marcy, Connecticut, 8 aprile 1998

Caro Robert: vorrei condividere con lei alcune informazioni riguardanti mio figlio, a cui è stato diagnosticato un lieve autismo. Sebbene sia nato perfettamente sano e si sia sviluppato normalmente, a 18 mesi gli fu somministrato un vaccino orale della polio contaminato da DTP, e questo ha causato l’autismo ed ha mandato in uno stato di attivazione il suo sistema immunitario, provocando numerose allergie. A quel tempo, la sua dieta consisteva prevalentemente di prodotti del latte, di cui era avido e, a mano a mano che aumentava, diventava sempre più un autistico “classico”. Si perse nel suo mondo, sembrava sordo e non era conscio della presenza delle persone o delle cose che lo circondavano.

Mio marito ed io cominciammo a consultare un esperto in autismo a Weston, CT, il quale ci disse che i bambini autistici sono incapaci di digerire appropriatamente il latte e il glutine: i peptidi diventano tossici per il sistema e provocano un danno al cervello. Una volta smesso di mangiare latticini, mio figlio tornò al mondo reale e perse molti sintomi dell’autismo. Ha ancora difficoltà di linguaggio e problemi sensoriali, ma è molto dolce, interattivo e vicino all’essere un bambino normale.

D’altro canto, mia figlia, che ha tre anni, ha smesso di bere latte a cinque mesi, quando capimmo la pericolosità del latte. É intelligente e straordinaria, e la gente è conquistata da lei. Mio marito ed io crediamo davvero che questo sia dovuto alla mancanza di latte nella sua dieta. A proposito, entrambi i bambini amano il loro latte di riso!

C’è un’altra cosa, ho notato problemi in tutti i bambini che conosco, che seguono delle diete a base di latticini: o ADD, o difficoltà sensoriali, o comportamenti strani, o ritardi nello sviluppo, o salute cagionevole. Sfortunatamente è difficile convincere le altri madri che sarebbe nell’interesse dei bambini eliminare o almeno ridurre i latticini.

Grazie per, e buona fortuna con la sua incredibilmente importante ricerca!

Lettera 289: Brandi, Kentucky, 10 aprile 1998

Vorrei replicare alla sua risposta al mio commento dell’8 aprile. Ho intenzione di essere cortese. Ho letto quei commenti di altri che le imprecano contro ogni appellativo possibile. Questo non li porta da nessuna parte. Comincerò dagli antibiotici.

Non posso parlare per ogni Tom, Dick e Harry Lattivendolo lì fuori, ma mi lasci dire questo, sig. Cohen: non vi è alcun residuo di antibiotici nel nostro latte. Noi gettiamo il latte proveniente da una mucca trattata. La gente potrebbe non sapere nulla del processo di mungitura. Noi testiamo individualmente il latte di ogni mucca, se questa è stata trattata con antibiotici, prima che ci sfiori l’idea di mettere il suo latte nella cisterna. Poi, oltre a questo, il camionista che trasporta il latte estrae un campione dalla nostra cisterna, quindi pompa il latte dalla nostra cisterna al suo camion. Prende tutti questi campioni da ogni caseificio e il laboratorio li analizza. Se il mio campione mostrasse una qualche traccia di antibiotici, l’intero carico di latte verrebbe riportato alla mia fattoria e scaricato nel letamaio. Finiremmo col rimetterci l’intero carico.

Ho visto quegli spettacoli televisivi dove un cartone di latte preso da una drogheria veniva testato e mostrava antibiotici. Non so come sia accaduto. Perché un produttore di latticini permetterebbe consapevolmente a del latte contenente antibiotici di finire nella sua cisterna? Chiunque agisca così, deve avere un bel coraggio e un po’ di pazzia.

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Caro Brandi: le credo e rispetto il fatto che il suo latte non contenga antibiotici. Rispetto anche la rivista Consumers Reports e il Wall Street Journal. Entrambi indipendentemente hanno svolto dei test nell’area metropolitana di New York ed hanno riscontrato 52 diversi residui di antibiotici. Il suo latte viene mescolato a quello dei produttori suoi vicini.

Nel 1989 accadde qualcosa di terribile. La Monsanto cominciò a testare sulle mandrie bovine i suoi nuovi ormoni progettati geneticamente e si scoprì che le mucche stavano contraendo delle ulcere alle mammelle. Il latte di queste mucche ammalate conteneva più pus e batteri.

La soluzione della Monsanto fu di mandare la loro migliore scienziata, Margaret Miller, PhD, a lavorare presso l’FDA.

Quando un fattore ha una mucca ammalata, deve curarla con antibiotici. Per ogni mucca malata con ulcere visibili (mastite), vi sono ovunque dai 15 ai 40 animali che hanno delle ulcere interne non visibili alle ispezioni. In una mandria di 1.000 mucche, ciò significa che se 10 mucche hanno malattie visibili, potrebbero esserci fra i 150 e i 400 animali malati. La soluzione del produttore sta nel trattare l’intera mandria con farmaci.

La Miller della Monsanto fu ingaggiata dall’FDA. La sua prima missione fu di risolvere questo problema. La soluzione che propose fu semplice: aumentò i livelli di antibiotici tollerabili, consentiti nel latte, da una parte per cento milioni ad una parte per milione (ppm)! A causa dell’esperta di latticini della Monsanto-diventata-burocrate dell’FDA, ai produttori venne permesso di incrementare gli antibiotici nel latte di cento volte. Gran parte del latte viene accettato perché i limiti sono stati innalzati di cento volte!

Nel frattempo, i Centri per il Controllo delle Malattie ed ogni madre con un bambino malato sanno che gli antibiotici non funzionano più. Nuovi tipi di malattie emergenti hanno sviluppato delle immunità a questi antibiotici. L’America eccede in questi meravigliosi farmaci ogni singolo giorno. Il suo latte e latticini rappresentano il 39 per cento di ciò che in media mangia un americano.

Il 16 marzo 1994 venne fatta circolare una lettera, firmata “Impiegati CVM [Centro di Medicina Veterinaria] Preoccupati”, tra i membri del Congresso, il GAO, il Commissario dell’FDA David Kessler, l’Ispettore Generale degli Stati Uniti Richard Kusserow e Michael Hansen dell’Unione Consumatori.

Ecco una parte della raggelante lettera. L’intero testo si trova nel mio libro, Milk: the Deadly Poison, assieme alla documentazione di supporto.

“A coloro cui possa interessare:

“Siamo un gruppo di impiegati del CVM/FDA che sono molto preoccupati per la recente decisione dell’FDA di non contrassegnare il latte trattato con BST [somatatropina bovina]. Abbiamo timore di parlare apertamente della situazione per l’eventuale punizione da parte del nostro direttore, il dr. Robert Livingston. Il dr. Livingston maltratta apertamente chiunque la pensi diversamente da lui.

“La base della nostra preoccupazione sta nel fatto che la dr.ssa Margaret Miller, assistente del dr. Livingston e, secondo altre fonti, ‘amica estremamente intima’, scrisse l’opinione dell’FDA sul perché il latte di mucche trattate con BST non avrebbe dovuto essere contrassegnato. Tuttavia, prima di entrare all’FDA, la dott.ssa Margaret Miller lavorava per la compagnia Monsanto come ricercatrice sul BST. Al tempo in cui scrisse l’opinione dell’FDA circa l’etichettatura, stava ancora pubblicando articoli sulla BST con gli scienziati della Monsanto. A noi pare che vi sia un conflitto di interessi nel far lavorare la dott.ssa Miller sulla BST. Come si sa, se il latte venisse contrassegnato come proveniente da mucche trattate con BST, i consumatori non lo comprerebbero e la Monsanto perderebbe un’ingente quantità di soldi. Parecchi degli ex colleghi della dott.ssa Miller perderebbero il lavoro.

“In aggiunta a ciò, il dr. Livingston fece scrivere alla dott.ssa Miller una linea di condotta sull’uso degli antimicrobici nel latte. Lei scelse un’arbitraria e non scientificamente supportata cifra di 1 ppm come quantità di antimicrobici consentita nel latte, senza ulteriori accertamenti per la sicurezza del consumatore. Questo vale per ogni antimicrobico. Una mucca può essere trattata con parecchi antibiotici e ognuno di questi sarebbe consentito nel latte ad un livello di 1 ppm senza ulteriori verifiche per la sicurezza del consumatore. Gli effetti dei diversi antibiotici potrebbero essere cumulativi e questo non viene preso in considerazione.

“Come si sa, un grosso problema della BST è che essa porta ad incrementare l’uso degli antibiotici…”

Il camionista testa il latte. É ben al di sotto dei limiti di sicurezza stabiliti dall’FDA. Egli se ne va felice, inconsapevole che i limiti sono stati arbitrariamente aumentati di 100 volte. Noi beviamo il latte e mangiamo il formaggio, ignari del fatto che ora consumiamo 100 volte sopra i limiti precedentemente fissati. L’FDA continua a dire all’America che gli antibiotici permessi nel latte sono ben entro i limiti di sicurezza. Omettono il fatto di aver cambiato i limiti. Fate che si sappia la verità!

Saluti, il NOTMILKMAN

Lettera 305: Nome omesso su richiesta, 15 aprile 1998

Dovevo rispondere al produttore che dichiara che i controlli eliminano gli antibiotici dal latte. Potete pubblicare questo messaggio, ma per favore omettete il mio indirizzo (a far gli informatori non ci si guadagna).

Ai produttori non è richiesto fare test per gli antibiotici. Solamente i produttori di grosse cisterne fanno dei controlli prima di aggiungere latte all’intero silos. Essi sono tenuti a verificare ogni carico per una manciata di antibiotici (quei cinque o sei antibiotici mirati che sono considerati fra i più usati dai produttori). Quando ad un produttore viene rifiutato il carico, cosa fa? Cambia l’antibiotico con uno che non è sulla lista. Questo verrà incluso nell’elenco dall’FDA quando riterranno che sia diventato un problema.

Inizialmente, i produttori dovevano solo controllare la penicillina. Più tardi si aggiunsero la amoxicillina, il ceftiofur e via via gli altri. Il produttore gioca costantemente a nascondino con il vostro latte e voi continuate a perdere!

Discutiamo ora dei “livelli di sicurezza”. Sono come le “dosi accettabili” di radiazioni che, come si può notare, cambiano continuamente. Ma ciò su cui ci si dovrebbe concentrare sono i test impiegati per rilevare questi livelli. L’FDA pretende che i test siano certificati per la reale capacità di rilevare questi antibiotici. Recentemente, l’FDA ha valutato parecchi test da altrettanti fabbricanti. Si richiedeva che i test intercettassero correttamente il latte contaminato da parecchi campioni. Solo un test fra quelli dei vari produttori superò il primo turno. Allora l’FDA, riluttante a concedere il virtuale monopolio alla compagnia, abbassò i parametri e permise una seconda tornata, sorvolando su alcuni “errori”. Alcune compagnie fallirono anche questo turno. Così vennero nuovamente abbassate le specifiche, per permettere ai produttori di latte di utilizzare dei test meno sensibili e far passare più latte nella catena alimentare. Per regolamento, questo responso sulla dose e le informazioni sulla sensibilità dovrebbero essere stampate sulle istruzioni dei test. Si ricordi che questi test blandi sono esclusivamente mirati alla ricerca di precisi antibiotici. Chi sa quali livelli di antibiotici non definiti o persino illegali vi siano? E con una posta di centinaia di migliaia di dollari, i produttori di latte stanno cercando ogni scusa per accettare il latte ? piuttosto che rifiutarlo al più leggero accenno di contaminazione.

Pronti per un altro scandalo? Talvolta gettano il latte contaminato. Talvolta lo danno in pasto alle altre mucche! E poi si meravigliano perché le mucche non rispondono più al trattamento per curare la mastite. Queste informazioni potrebbero farmi licenziare, ma lei mi è parso l’unico interessato a pubblicizzare la verità sull’uso smodato di antibiotici nella catena alimentare. Gli ormoni della crescita non ci uccideranno. Saremo morti da un pezzo, uccisi da qualche resistente “super cimice”, prima che il cancro ci divori.

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Wow! Che lettera! So ciò che voi sapete, e così pure gli ispettori del latte e i regolatori dell’USDA [il Dipartimento dell’Agricoltura degli USA] e l’FDA. I segreti dell’industria casearia vengono ora rivelati a tutto il mondo. La Monsanto ha progettato geneticamente l’ormone della crescita dei bovini e, nel far ciò, ha aperto un enorme vaso di Pandora che non potrà mai più essere richiuso.

Stavo per chiederle se beveva o meno il latte che produce. Penso di sapere la risposta.

Saluti, il NOTMILKMAN

Lettera 291: Jeffree Moline, 10 aprile 1998

Diversi giorni fa ho lasciato un messaggio e sono tornato a controllare di nuovo il sito. Davvero un gran bel sito! Ho notato che lei sta ricevendo un gran fuoco di sbarramento dalla gente pro-latticini. Tutto ciò che posso dire è che se credono che i latticini siano così buoni, che se li mangino. Se pensano così bene dei latticini, chissà perché insistono in vane diatribe per supportare la loro (secondo me, invincibile) posizione. Hanno grandi industrie e agenzie pubblicitarie a sostenerli. Perché sono così spaventati da un piccolo, privato sito web?

Vi sono molte ragioni per cui non bevo latte (una è che mi crea del muco in eccesso nell’organismo, e meno muco è meglio). Sì, mangerò le mie verdure e mi godrò il mio bicchiere ghiacciato di latte di riso, di soia o d’avena… così buoni, e così salutari per me. Grazie per avere il coraggio di fare questa pagina e di affrontare le masse ignoranti di consumatori che non sono pronti per il messaggio.

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Caro Jeffree: sono colpito dal numero di produttori di latticini che mi hanno scritto privatamente, confessandomi che non bevono più latte perché a loro “non si confà”.

Tutte le persone reagiscono negativamente alle proteine del latte. Alcune hanno la capacità di prestare attenzione ai segnali del corpo ed hanno collegato il consumo di latte ad una varietà di problemi: produzione di muco, perdita di emoglobina, diabete infantile, malattie del cuore, arteriosclerosi, artrite, calcoli renali, sbalzi d’umore, depressione, irritabilità ed allergie. Questa lista è stata pubblicata in Townsend Letter for Doctors and Patients. Tutti gli esseri umani producono 100 diversi anticorpi alle proteine bovine. Tutti bevono potenti ormoni della crescita con ogni sorso di latte. Se lo bevono, tutti assumono colla di Elmer. Se lo bevono, tutti consumano grosse quantità di grassi animali. Se lo bevono, tutti assumono del pericoloso colesterolo. Se lo bevono, tutti assumono pus. Se lo bevono, tutti assumono batteri.

Saluti, il NOTMILKMAN

Lettera 380: Andrew, Massachusetts, 5 maggio 1998

La prego di fornire dati, statistiche o prove scientifiche che dimostrino o supportino questa affermazione: “Il latte è il fondamento delle malattie cardiache e la spiegazione per l’assassino numero uno d’America.” Preferirei che lei citasse i dati piuttosto che la fonte, cosicché tutti possano capire come lei giustifichi una tale affermazione. Ci sono studi sulle vittime di mal di cuore che dimostrano come il latte o i latticini siano stati un fattore sostanziale nella causa della malattia in tali individui? Se così è, la prego di elencarli e di descriverli brevemente, e di farci sapere in che modo possiamo accedervi.

I commenti di “NOTMILKMAN”:

Caro Andrew: centinaia di studi hanno indicato il latte e i suoi derivati come principali responsabili di malattie cardiache. Molti di questi studi sono citati in Milk: the Deadly Poison.

Elevati livelli di trigliceridi e colesterolo sono entrambi associati alle malattie delle coronarie. Uno studio (J. Clinical Biochemistry and Nutrition 9(1):61-66, 1990) ha dimostrato che i bevitori adulti di latte (quelli che consumano più di 200 ml al giorno) hanno livelli complessivi di colesterolo più alti, livelli più elevati di colesterolo-lipoproteine di bassa densità (colesterolo ‘cattivo’) e livelli più alti di trigliceridi, rispetto a chi beve meno di 60 ml al giorno.

Oster e Ross (due cardiologi del Connecticut) hanno riscontrato che i loro pazienti colpiti da attacchi di cuore hanno tutti sperimentato la distruzione di un terzo della materia cellulare nelle loro cellule atriali. Questi due uomini identificarono nell’ossidasi della xantina dei bovini la causa di questo degrado cellulare. L’evento chiave, secondo loro, stava nel modo in cui le proteine dei bovini sopravvivono alla digestione scavalcando l’intestino in conseguenza dell’omogeneizzazione che micronizza i liposomi (rende le molecole di grasso più piccole). Oster e Ross considerarono la loro scoperta del 1973 un “trionfo sulla più seria minaccia alla vita di oggi”. Sebbene un paziente su 300 colpiti da attacco di cuore producesse anticorpi per queste pericolose proteine bovine, provando che esse sopravvivono ai processi digestivi, l’FDA continua a mantenere la posizione secondo cui le proteine non sopravvivono alla digestione (Proc. Soc. Exper. Bio. & Med. 163(1), gennaio 1980).

Ogni ente per la salute e giornale medico ha messo in guardia contro il pericolo del consumo di grassi animali. L’americano medio mangia complessivamente tre once di carne e pollo ogni giorno, mentre consuma un quantitativo 10 volte superiore di latte e latticini, che contengono gli stessi pericolosi grassi animali. Se voi foste un americano medio, quest’anno dal latte e dai suoi derivati (gelato, formaggio, burro, ecc.) consumereste lo stesso colesterolo contenuto in 19.000 fette di pancetta.

Andrew, vuoi davvero uno studio? Prova a cercare dei volontari per uno studio di un anno, atto ad analizzare gli effetti dell’ingestione di 53 fette di pancetta al giorno per 365 giorni. Immagina se il tuo dottore ti desse questo consiglio. Te ne cercheresti subito un altro!

Prendi quelle 19.000 fette di pancetta e moltiplicale per 52, e scoprirai che un cinquantaduenne medio avrà consumato lo stesso colesterolo contenuto in un 1.000.000 di fette di pancetta. Lui e il suo medico non hanno alcun indizio sulla causa del mal di cuore ? l’assassino numero uno d’America. Né ce l’ha l’Associazione Americana per il Cuore (AHA), che continua a proporre il latte e i suoi derivati come una parte importante della dieta americana. Senza il finanziamento dell’industria casearia e le continue malattie cardiache, questi impostori dell’AHA avrebbero già chiuso bottega. Se una compagnia dona 60.000 dollari all’AHA, riceverà la loro approvazione e il permesso di pubblicizzare il simbolo del cuore sui loro prodotti. Conosco almeno un’azienda produttrice di latte che usufruisce della possibilità di ingannare gli americani, facendo credere loro che i suoi prodotti siano salutari.

L’AHA ha recentemente fatto sapere al NOTMILKMAN che non sarà permesso al suo libro o a qualsiasi parte del suo ordine del giorno, di essere messo in vendita alla loro convention. Queste prostitute venderebbero i cuori e le anime degli americani per il dio denaro; tuttavia, di fronte alla prova che ogni anno l’americano medio assume, dal latte e dai suoi derivati, lo stesso pericoloso colesterolo contenuto in 19.000 fette di pancetta, essi di cuore appoggiano questa pratica.

Saluti, il NOTMILKMAN

Notizie sul commentatore:

Robert “NOTMILKMAN” Cohen ha studiato psicologia fisiologica al College di Southampton dell’Università di Long Island, ma non ha continuato la sua carriera con la ricerca biologica. Ventiquattro anni più tardi, preoccupato per il benessere dei suoi bambini in età scolare, decise di investigare sui dati scientifici riguardanti il controverso ormone della crescita bovina, frutto dell’ingegneria genetica, sviluppato dalla Monsanto e approvato dall’FDA senza sperimentazione sugli umani.

Il libro di Cohen, Milk: the Deadly Poison, è il risultato di tre anni di ricerca intensiva sugli effetti nocivi alla salute dei prodotti caseari e degli ormoni nel latte, e sulle dubbie pratiche delle industrie e delle autorità alimentari/sanitarie.

(Copie del libro si possono ottenere dall’editore, Argus Publishing, Inc., 301 Sylvan Ave, Englewood Cliffs, NJ 07632, USA, telefono (201) 871 5871, fax (201) 871 9304.)

[traduzione a cura della Redazione di NexusItalia]

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