Diossina nel latte, panico in Campania

Categoria : Mucca Pazza & Co.

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Produttori sotto choc dopo il sequestro, deciso martedì dalla magistratura, di 12 aziende zootecniche, e il calo di vendite dei prodotti caseari legato all’emergenza diossina nel latte nel Casertano.
Sotto accusa, lo smaltimento illegale dei rifiuti, che secondo le ipotesi degli inquirenti e degli esperti è quasi certamente la principale causa della contaminazione del suolo. Per fronteggiare le conseguenze dell’allarme diossina, tutelare la salute dei cittadini e sostenere allevatori e produttori, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino ha concordato ieri un’azione «in piena sinergia e collaborazione» con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ed il ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno. Sabato scorso, denuncia la Coldiretti casertana, quando si era ancora alle prime avvisaglie dell’emergenza diossina, si è registrata una diminuzione delle vendite del 20% per il latte bovino e del 30% per le mozzarelle. I capi di bestiame sequestrati, tra bovini e ovini, sono oltre 6 mila e gli allevamenti che hanno subito la stessa sorte sono complessivamente una quindicina, mentre l’Asl Caserta 1 ha intensificato ispezioni e prelevamenti di campioni di latte, foraggio e mangime negli allevamenti. Venerdì la questione sarà affrontata in una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza convocata dal prefetto Carlo Schilardi su richiesta del sindaco di Marcianise, Filippo Fecondo, dove sono sotto sequestro le 12 aziende. Dalle prossime ore il latte prodotto nelle aziende colpite dal provvedimento della Procura di Santa Maria Capua Vetere sarà ritirato per lo stoccaggio e la successiva distruzione. Nel mirino, la contaminazione provocata dallo smaltimento illegale dei rifiuti. Elementi che vanno in questa direzione arrivano dalle analisi chimiche in corso all’Istituto Zooprofilattico di Teramo, da dove giungono anche indicazioni per certi versi tranquillizzanti. «Per ora – spiegano i responsabili dell’Istituto – non ci sono prove di una contaminazione dei mangimi, quella sì pericolosissima, e si è autorizzati a ipotizzare un inquinamento dei suoli. Siamo agli inizi del lavoro di accertamento, che continua, ma il trend sembra essere questo». Entro tre settimane il quadro potrà essere più chiaro e nel frattempo si sottolinea che «i limiti massimi imposti dalla Ue per la diossina sono molto cauti e che le positività finora riscontrate non sono gravi». Insomma, ogni paragone «con Seveso, i polli belgi o il fenomeno mucca pazza è, ad oggi, infondato». Ma la situazione, invece, preoccupa non poco le associazioni dei consumatori e gli ambientalisti.

[da La Stampa del 13 marzo 2003 – m. c. ]

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