ll Fiorino D'Oro a Tiziano Terzani

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Il salone dei Cinquecento, enorme & colmo di persone di tutti i tipi, con scene di battaglia alle pareti & statue (ironicamente alcune rappresentano Ercole che vince sui più deboli) a celebrare la potenza della lotta…nella nicchia dietro il palco, un Papone (Leone X) benedicente, sotto di lui i gonfalonieri con il giglio di Firenze – rosso in campo bianco – e lunghe trombe antiche, quindi un tavolo rosso con i relatori e il sindaco sempregiovane e poi davanti a loro, a sinistra, una gigantografia del cronista di guerra diventato uomo di pace, il fiorentino-asiatico, classico e sorridente, in cammino in un villaggio indiano: look terzanesco e barbona candida.
Gira per la sala, in attesa dell’inizio, Saskia Terzani – sorriso dolce e bellezza sottile – con un bimbo piccolo in braccio.
Si alza il mayor, e con lui i gonfaloneri e tutta la sala, squilli rinascimentali su base di intenso silenzio conducono l’incontro al suo scopo: riconoscere l’importanza di un uomo. Bernardo Valli, monumento di Repubblica, anziano indomito, traccia a lungo episodi di vita in comune con Terzani (e altro..), guerre & colpi di stato, confessa la sua invidia per alcuni “scoop”, traccia un ritratto forte e affettuoso. Poi il condirettore del CdS, Ermini, t interdentale fiorentina un po’ spocchiosa, parla dell’ultimo giro di giostra, con ammirazione & rispetto. Quindi la consegna del Fiorino d’Oro, con una lunga lista di motivazioni, alla moglie Angela, tutti in piedi allo squillo, lei con le stesse caratteristiche della figlia, in più una rassegnazione profonda e serena.

Standing ovation & applausi inteminabili. Parole di gratitudine e di rigraziamento, semplici e limpide. Che rimandano ad “Anam, il senza nome”, l’ultima intervista video a Tiziano Terzani, girata in due giorni alla fine di maggio di quest’anno. Il regista la presenta, brevemente. E poi i cinquanta minuti, scivolano veloci sull’onda della risata del protagonista, che racconta e si spiega, vivo e vivace, lontano e vicino, nell’Himalaya di casa sua, tra alberi, incensi e fili delle luci. e un gattino rosso. Una risata che rimane. E per me un’emozione forte, quando dice “anche il mio essere vegetariano…” e si chiede come si possano voler debeccare i polli, imprigionare i vitelli, e passare accanto ai macelli…”tutto per ingrassarci”… L’audience borbotta, commenta (è l’unico momento), non so che dicano, io sono rapita da quel volto sereno che dice quello che voglio sentirgli dire…alla faccia del volere essere spettatrice obbiettiva e critica! Il filmato termina su Govinda Hare, musica struggente ed eterna, lasciando la consapevolezza di aver ricevuto molto – a livello culturale e personale – da questo uomo pittoresco & essenziale, impressionista & fontaniano della parola, vecchio della montagna & monello fiorentino. yin & yan. e veg!
[paola segurini]

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