La Chiesa Cattolica non si smentisce: ''L'animale non merita rispetto''.

Categoria : Spiritualità e religioni

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Presso la facoltà di Veterinaria dell’università di Bologna il 15 gennaio 2005 Mons. Caffarra in un’omelia, in merito al rapporto uomo-animale ha affermato (sintetizzo) quanto segue:

 “L’uomo è persona, l’animale no, perché l’uomo è libero di scegliere, di fare le sue conoscenze, di amare. Però l’animale non è esente del tutto. Essere persona è meglio che essere animale”.

Se l’animale non è privo del tutto delle caratteristiche che lo definiscono persona qual’è il limite entro cui un uomo è persona e un animale no?

 

“Solo nell’uomo Dio ha insufflato lo spirito di vita perciò solo l’uomo è ad immagine di Dio, quindi per legge naturale vi è un rapporto di dominio, di uso, da parte dell’uomo”.

Se il diritto naturale da parte dell’uomo di dominare le altre creature ed usarle a suo piacere (leggi schiavizzare e uccidere)  viene dalla prerogativa di avere lo spirito di vita (tra l’altro lo stesso papa ha affermato che anche gli animali ne sono dotati)  questo in che modo fa onore all’uomo dal momento che nel concetto di dominio e di utilizzo degli altri a proprio vantaggio sta il germe di ogni tirannia umana?

 

“L’animale non ha in se nulla di sacro, di divino e come dice il salmista (8,7-8) “tutto hai posato sotto i suoi piedi, tutti i greggi e gli armenti,, tutte le bestie della campagna”. Ma questo non significa che sia a totale disposizione dell’uomo perché l’animale è creatura di Dio”.

Quindi l’animale non è a totale disposizione dell’uomo. Ma quando lo annienta, lo fa a pezzi e lo arrostisce per mangiarselo, quando lo viviseziona, quando lo uccide nei boschi con la caccia, quando lo incatena, lo costringe a lavorare per lui o lo tormenta per gioco nelle arene l’uomo contraddice o no a questo comando?

 

“Non esiste un rapporto di reciprocità tra uomo e animale perché questo può sussistere solo in un patto di diritti-doveri reciproci.”

Coloro che non sono in grado di intendere e di volere, come i bambini, e i cerebrolesi i comatosi ecc. godono degli stessi diritti oppure siamo autorizzati a stabilire, noi savi, che cosa fare della loro vita?

 

“Solo la persona ha una dignità e merita rispetto. Però comportamenti crudeli sono indegni per l’uomo  perché lo degradano dalla sua regale dignità”.

 Ma quando l’uomo uccide i suoi stessi figli, quando stupra i bambini, quando costringe i suoi simili alla schiavitù e alla prostituzione, quando li tortura,  quando usa ordigni nucleari di distruzione di massa, quando stermina intere popolazioni nell’obbedienza dei comandi biblici “Il vostro occhio non perdoni, non abbiate misericordia: vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio; profanate pure il santuario, riempite di cadaveri i cortili” (Ez. 9,5), in questo dov’è la dignità umana?  Quando manda al rogo centinaia di migliaia di persone; quando scaccia dalle loro terre e dalle loro case la povera gente; quando massacra 50 miliardi di animali innocenti all’anno, non per difendere la sua famiglia o la sua patria ma per il piacere della gola, questo degrada o no la regale dignità umana?  L’animale non si è mai macchiato di questi crimini, mentre la storia dell’uomo è costellata di sangue e di stermini. Sarà perché l’uomo è ad immagine di Dio e l’animale no? In realtà una  cosa differenzia noi biocentristi dai cattolici: noi crediamo che Dio, se esiste, non può, come un buon padre, che essere giusto e misericordioso con tutte le sue creature, ma se a Dio interessa solo la condizione umana (cioè la milionesima parte della sua stessa creazione) ed è indifferente del dolore di tutte le altre sue creature allora è un Dio che a noi non interessa. Noi sappiamo rinunciare al piacere della gola per un senso d’amore, di rispetto  e di giustizia mentre voi cercate nelle antiche Scritture ciò che possa giustificare la vostra volontà a non rinunciare alla bistecca. Ma le antiche Scritture dicono pure: “Colui che percuote suo padre o sua madre, sia messo a morte” (Es. 21,15); “Non lascerai vivere colei che pratica la magia” (Lev. 22,17); “Chiunque fa un lavoro di sabato sarà messo a morte” (Es. 31,15); “Se uno commette adulterio con la moglie del prossimo, l’adultero e l’adultera dovranno essere messi a morte” (Lev. 20,10); “Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte, tutta la comunità lo dovrà lapidare” (Lev. 24,16) ecc. Dobbiamo applicare i dettami biblici o le cose superate sono solo quelle che non richiedono rinunce personali?

 

 Alcune domande al Monsignore.

Se noi non abbiamo compassione per chi consideriamo più in basso come possiamo sperare nella compassione da chi sta più in alto?

Che  diremo a Dio quando ci accuserà di non aver ascoltato il grido di dolore degli animali mentre imploravano di essere risparmiati per il piacere del nostro stomaco?

Quando noi invochiamo amore e rispetto della vita ANCHE dell’animale non viene il dubbio che si stia avverando la profezia di Gesù “I pubblicani e le meretrici vi passeranno avanti”?

Si può pregare Dio affinché ci preservi dalla violenza e dal dolore su un oceano di sangue e di ingiustizie?

Può un uomo essere giusto se lo è solo verso quello della sua specie e considera quelli delle altre specie cose da usare, smontare, fare a pezzi, triturare e mangiare?

Se è normale, lecito, giusto uccidere un animale per mangiarselo lei, (se mangia la carne) avrebbe il coraggio di uccidere con le sue mani quell’animale?

Come ci si sente, Monsignore, quando una persona qualunque dimostra di avere maggiore sensibilità e compassione verso le creature viventi di un ministro di Dio?

[Franco Libero Manco]

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