Spiritualità cristiana e dieta

Categoria : Spiritualità e religioni

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Di Guidalberto Bormolini, ciò che colpisce subito, oltre la sua barba che ricorda molto più un guru indiano che non un sacerdote occidentale, è il suo vivere in modo così vero e coerente lo spirito cristiano, nonostante la sua vicinanza a pratiche e filosofie d’origine orientale e la sua convinzione dell’importanza di una dieta appropriata per intraprendere un cammino spirituale.Cosa puoi dirci del legame tra vita spirituale e alimentazione?

“Per chi vuole iniziare un percorso spirituale, la pratica fondamentale da apprendere è quella della meditazione, una forma di preghiera molto intensa che coinvolge tutti e tre livelli dell’essere umano: fisico, psichico e spirituale. Da qui, è importane che anche il primo sia preparato in modo adeguato.”

“La meditazione non è esclusivo patrimonio della religione indiana ma fa parte anche della tradizione cristiana, dove si ha la consapevolezza che ogni cibo esercita un’influenza fisica mentale e spirituale sulla natura dell’uomo. Certi cibi sono dannosi per il raggiungimento dell’equilibrio, primo tra tutti la carne, ma non solo quest’ultima. Ad esempio possono risultare molto pesanti anche aglio, funghi, cipolla, uova e formaggio.”

“Ci terrei a precisare che questa scelta è un fatto puramente spirituale, nulla a che vedere con motivazioni animaliste, tanto che alcuni monaci meditano benissimo mangiando pesce.”

In che modo la carne e altri cibi possono ostacolare la pratica spirituale?

“In tre modi: la carne in particolare eccita il sistema endocrino, ossia quelle ghiandole che regolano gli istinti naturali della mente, che se sovraeccitate non permettono la calma necessaria alla meditazione.

“Secondariamente certi alimenti sviluppano l’attenzione della persona più verso ciò che la circonda che non verso sé stessa, condizione fondamentale per una sana pratica spirituale. Terza motivazione: ottenebrano le facoltà del corpo spirituale che non è più in grado di svolgere a pieno le sue funzioni.”

Ma si hanno prove scientifiche di quanto hai appena affermato?

“No, ma sono considerazioni convalidate da una pratica millenaria che a volte vale più di qualsiasi prova scientifica. Quale prassi dannosa o inutile potrebbe mai durare per migliaia di anni?”

Il cristianesimo da sempre ha adottato la dieta vegetariana?

“Dalle origini fino al Medio Evo era prassi diffusa e accettata. Moltissimi santi e ordini monastici avevano adottato la regola vegetariana. In seguito, nel mondo ecclesiastico, si ebbero delle divergenze in tal senso tra ordini monastici e clero secolare. Le cronache narrano che nel 1368 papa Urbano V proibì ai monaci certosini la dieta vegetariana, i monaci ultracentenari, reagirono raggiungendo il pontefice ad Avignone dopo una lunga marcia per convincerlo della validità della loro scelta. Evidentemente la mancanza di carne non aveva certo indebolito il loro fisico.

“L’importanza del vegetarianesimo nella tradizione cristiana è ribadita anche dallo scisma tra chiesa d’oriente e occidente. Infatti nella prima, il monachesimo ha optato per il vegetarianesimo, nella seconda non ha eliminato la carne dalla sua mensa, un contrasto importante che ha accelerato purtroppo la divisone.”

Personalmente qual è la sua testimonianza in merito?

“Ho scelto di essere vegetariano a quattordici anni, agli albori del mio cammino spirituale, e da allora non ho mai avuto ripensamenti. Anche i più scettici che su mio consiglio hanno deciso di eliminare alcuni alimenti a favore di una maggiore spiritualità non si sono mai pentiti. Ho visto alcune persone malate di tumore ritardare lo sviluppo della malattia grazie ad una giusta alimentazione.

“Se il medico è convinto che una dieta attenta è la migliore medicina per l’uomo, come padre spirituale posso affermare che lo è altrettanto per l’anima.”

GIUDALBERTO BORMOLINI

Guidalberto Bormolini, falegname a quattordici anni, diventa sacerdote e studioso di Antropologia Teologica alla Pontificia Università Gregoriana.

Da quindici anni opera all’interno della comunità cristiana dei Ricostruttori della preghiera, un gruppo che tramite la ricostruzione di pievi e cascine in disuso, vuole riedificare i valori del primo cristianesimo e divulga in pieno spirito ecumenico la pratica della meditazione, lo yoga, organizzando corsi di cucina e altre attività.

Guidalberto ha recuperato i valori del cristianesimo primitivo anche nella dieta. Tra i suoi obiettivi quello di dimostrare che esiste il vegetarianesimo nella tradizione cristiana. Uno scopo raggiunto con la pubblicazione del suo libro nel gennaio del 2000 “I vegetariani nelle tradizioni spirituali”.

[da auraweb.it del 5 marzo 2005 – Valentina Roselli ] 

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