Come difendersi dai carnivori, nuova versione

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Quando i vegetariani sono invitati in qualche trasmissione televisiva, in cui si parla di alimentazione, spesso l’intervento è una specie di trappola per mettere in risalto la “stranezza” di chi ha scelto di rinunciare alla carne mentre, a parer loro, non dovremmo privarci dei piaceri della tavola tantochè, come dicono i nutrizionisti di turno, “la carne è necessaria”.Certo non è facile parlare davanti ad una telecamera, specialmente se si è uno contro tutti. Ma è anche vero che sono le sole occasioni che abbiamo per far arrivare la nostra voce a milioni di persone. Occorre perciò avere le idee molto chiare e sapere che tutto si svolgerà in poche e succinte battute; occorre dunque parlare a frecciate, dire tutto in pochi secondi senza illuderci che ci lasceranno il tempo per dettagliare le nostre argomentazioni.

In quelle occasioni dobbiamo avere la consapevolezza che stiamo combattendo la giusta battaglia: quella della civiltà, del progresso e della giustizia; che in quella circostanza rappresentiamo l’unica possibilità di salvezza per molti animali; che se anche convinceremo una sola persona ad essere vegetariana migliaia di animali saranno risparmiati.

Se chiedono perché siamo diventati vegetariani dite semplicemente perché è meglio, perché riteniamo ingiusto uccidere un animale che come noi soffre e vuole vivere, perché abbiamo ogni ben di Dio per sfamarci senza versare sangue innocente, perché noi seguiamo il principio del “non fare ad altri ciò che non vorremmo per noi stessi”, perché é più salutare per il corpo, la mente e la coscienza.

Se non si è abbastanza preparati ad affrontare problematiche inerenti la salute basta menzionare l’ottima salute dei vegetariani, e che noi stessi da quando seguiamo questa filosofia di vita abbiamo recuperato la salute, la calma interiore e soprattutto non ci sentiamo più in colpa per l’uccisione degli animali che prima mangiavamo.
E’ importante citare i grandi Istituti di ricerca a livello mondiale come l’American Dietetics Association (la più grande organizzazione di nutrizionisti americani e canadesi) o il Dipartimento dell’Agricoltura USA i quali hanno più volte ribadito che la dieta vegetariana e vegana consente una salute ottimale in tutte le fasi della vita.
Che l’organismo umano, per generare le catene proteiche, non ha bisogno degli aminoacidi essenziali di origine animale; che[b] l’uomo non possiede l’enzima ericase preposto alla digestione della carne, né i succhi gastrici degli animali carnivori, né gli intestini adatti alla digestione di tale alimento.[/b]
Che l’unico e solo problema che possono avere i vegani è l’eventuale carenza di vitamina B12 alla quale sopperiamo benissimo con dei semplici integratori, senza esporre il nostro organismo alle conclamate dannosità della carne. Da un punto di vista etico – il non ammazzare animali – è facilmente comprensibile come sia preferibile mangiare una volta la settimana una pastiglia piena di B12 prodotta per sintesi batterica piuttosto che dover avere sulla coscienza la morte di esseri senzienti. E questo è per un vegano il punto di vista più importante, gli altri non hanno quasi peso.
Noi, a differenza dei metodi della medicina tradizionale, abbiamo una visione olistica dell’entità umana: crediamo che il benessere dell’individuo si possa ottenere solo se la scienza considera l’essere umano nelle sue componenti fondamentali, corpo, mente e spirito.

[b]Se non alleviamo questi animali, si estingueranno![/b]
A questa “obiezione” vi sono varie risposte. Innanzitutto, il problema che il vegan per motivi etici si pone non è certo un problema di estinzione della specie, ma di sofferenza dei singoli individui. Inoltre, questi animali vengono fatti nascere e allevati solo per essere uccisi, non sono animali che vivono in natura. Si tratta di specie inventate dall’uomo, che in natura non esistono proprio. Esistono delle specie selvatiche che somigliano loro (i cinghiali, i bufali, vari uccelli, le lepri ecc.), e che continueranno ad esistere, se l’uomo le lascerà in pace. Infine, far nascere degli animali con il solo scopo di tenerli prigionieri e poi ammazzarli non può essere certo visto come un servigio reso loro o alla loro specie. Molto meglio non farli nascere affatto.

Se dicono che [b]se devi prendere l’integratore di B12, essere vegan non è naturale[/b], dite che la vitamina B12, è l’unica sostanza nutritiva che manca nella dieta vegan, o in quella vegetariana con apporto ragionevolmente basso di alimenti di origine animale.
Da un punto di vista etico – il non ammazzare animali – è facilmente comprensibile come sia preferibile mangiare una volta la settimana una pastiglia piena di B12 prodotta per sintesi batterica piuttosto che dover avere sulla coscienza la morte di esseri senzienti. E questo è per un vegano il punto di vista più importante, gli altri non hanno quasi peso.
Da un punto di vista “salutistico”, non è dannoso prendere questo tipo di integratore, non esistono rischi di sovradosaggio.
Da un punto di vista “naturalistico”, ammesso che interessi, visto che comunque nessuno di noi vive in modo realmente “naturale”, va detto che in una ipotetica vita “in natura”, se ci cibassimo di verdure e radici che crescono spontanee, senza lavarle e disinfettarle né aggiungere alcuna sostanza chimica al terreno, la B12 la troveremmo proprio nelle radici, proveniente, appunto, dai batteri che vivono nel terreno. Non vivendo in natura, questi batteri li dobbiamo “coltivare” appositamente e poi inserire la B12 che producono in una pillolina “pulita-pulita”.
Infine, va detto che i casi di carenza “patologica” di B12, che non si verifica nei vegani più che nei carnivori, sono dovuti la quasi totalità delle volte non alla dieta, ma a una carenza di “fattore intrinseco”, che è quel fattore che permette di assorbire la B12. Chi manca di questo fattore, qualsiasi cosa mangi (anche carne, ovviamente) non riesce a incamerare la B12 e quindi deve prendere grosse dosi di integratore, nei casi gravi sotto forma di iniezioni e non pillole. Ma questa, appunto, è una patologia che non dipende dall’alimentazione seguita.

Se dicono che [b]anche gli animali si mangiano tra loro[/b], dite che quasi sempre gli animali che uccidono per cibarsi non hanno altra scelta se vogliono sopravvivere. Il leone non può nutrirsi di frutta, ne morirebbe, e non ha la possibilità di coltivare cereali e legumi. Noi sì, e abbiamo la possibilità di scegliere. L’essere umano, invece, può fare a meno di nutrirsi di carne, anzi la nostra salute trae solo benefici da una dieta vegan (o anche vegetariana). Tutti gli animali mangiano le cose più adatte alla loro struttura fisica, solo l’umano non lo fa. Inoltre, dal momento che non prendiamo esempio dagli animali in altri casi, perché dovremmo imitarli solo quando ci fa comodo? Perché dobbiamo prendere ad esempio i carnivori, e non gli erbivori (frugivori, nel nostro caso), a cui somigliamo di più per conformazione dell’intestino, della dentatura, degli arti? Quindi la responsabilità è solo nostra, non della “Natura”.

Se dicono che [b]“Ma non fai del male alle mucche se non le mungi?”[/b] dite di no. Le mucche, se lasciate vivere libere, non hanno alcun bisogno di essere munte. Le mucche producono latte quando partoriscono un vitellino, come le donne producono latte quando partoriscono un figlio. E, come le donne non necessitano di essere munte, perché il loro latte serve da nutrimento per il loro figlio, lo stesso succede alle mucche. Quel che accade negli allevamenti è che il vitello viene portato via alla madre appena nato, e il latte della mucca viene munto e venduto. La mucca è costretta a produrre una quantità di latte pari a 10 volte quella che produrrebbe per nutrire suo figlio, con conseguente ingrossamento abnorme delle mammelle, mastiti (infezioni alle mammelle), e quindi grande sofferenza. Va inoltre aggiunto che la mucca “da latte” viene ingravidata artificialmente una volta l’anno, perché per produrre latte deve partorire, altrimenti ovviamente non lo produce. Questo per 7-8 anni, poi viene macellata perché non abbastanza produttiva.

Se dicono che [b]se non uccidiamo gli animali per mangiarli, non ci sarà più spazio per noi sulla Terra[/b] dite che questi animali non esistono in natura, siamo noi che li facciamo nascere. Non è che esistono, si riproducono in maniera incontrollata, e noi li dobbiamo ammazzare affinché non arrivino a sopraffarci. Al contrario, siamo noi stessi che, facendoli nascere e allevandoli, rubiamo spazio alle specie selvatiche e alla natura, per far posto a questi animali: il 24% delle terre emerse del pianeta è usato per nutrire bovini (metà di queste terre sono occupate dai bovini, l’altra metà dalle coltivazioni per nutrirli in allevamento), e se contiamo anche il resto di animali d’allevamento la percentuale cresce.

Se dicono che [b]la carne non è il solo prodotto per cui gli animali soffrono (che dire del cuoio?)[/b] (generalmente questo tipo di obiezione viene fatta da chi ha una pelliccia lunga fino ai piedi e ti scruta sperando di trovare nel tuo abbigliamento un pezzettino di cuoio per dirti: “Ecco! È la stessa cosa!”), dite che non è facile eliminare completamente dai nostri consumi i prodotti che provocano sofferenze agli altri animali, ma ciò non significa che non si possa cominciare coll’eliminarne alcuni. I vegan non indossano neanche la lana. Buttare via tutto il proprio guardaroba non è necessario: basterà al prossimo acquisto comprare scarpe e borse in materiali non di origine animale (o non cruenti). Si eviterà così di incoraggiare gli allevamenti industriali.

Se dicono che [b]occorre mangiare di tutto[/b] dite che è un errore, che nessun animale mangia di tutto e che ogni specie mangia ciò che è confacente al suo metabolismo e che l’uomo è strutturato anatomicamente a nutrirsi di vegetali, frutta e semi oleaginosi, come le scimmie antropoidi che morfologicamente sono uguali a noi.

Se dicono che [b]occorre mangiare i latticini o bere il latte per garantirci il calcio necessario[/b] dite che le statistiche ufficiali affermano che le popolazioni sono tanto più colpite da osteoporosi quanto più consumano latticini e che è molto difficile, se non impossibile, trovare vegani soggetti ad osteoporosi.

Se dicono che [b]occorre mangiare la carne a causa del ferro[/b] dite che questo minerale viene fissato dal nostro organismo principalmente in virtù della presenza di vit. C e Rame e che questi sono abbondanti nella frutta e nella verdura di cui si nutrono i vegetariani.

Se dicono che [b]anche i vegetali sono inquinati[/b] dite che ciò è vero ma che per l’alta percentuale di acqua e fibra in essi contenuti il danno prodotto è molto relativo rispetto alla carne che ha una concentrazione 10 volte superiore e 40 volte in più nei formaggi.

Se dicono che [b]ci sono problemi più importanti del preoccuparsi degli animali[/b], dite che il problema più pressante per l’uomo è quello del progresso spirituale, di una coscienza più giusta e sensibile e che finché l’uomo sarà indifferente alla sorte di miliardi di animali innocenti uccisi nei campi di sterminio dei mattatoi, negli tabulari della vivisezione, nelle concerie ecc. non può avere la coscienza in grado di realizzare un mondo migliore. La voglia di carne affama il terzo mondo: se non si sprecassero tanti cereali negli allevamenti, ci sarebbe cibo per nutrire tutta la popolazione umana, che godrebbe complessivamente di una salute migliore. In ogni caso, il tempo necessario per mangiare una bistecca non è maggiore del tempo che occorre per mangiare un hamburger di soia: i vegan e i vegetariani hanno tutte le possibilità di pensare all’uomo, senza sacrificare nulla per gli animali.

Ma occorre anche evidenziare le [b]correlazioni esistenti tra alimentazione carnea e i problemi più gravi del mondo[/b], quali, le malattie umane in spaventoso aumento, che il 40% dei cancri sono attribuibili all’alimentazione carnea; la violenza generata dalla carne alimento per animali predatori; la fame nel mondo dovuto alle monocolture imposte dalle multinazionali nei paesi poveri; la deforestazione per adibire a pascoli i terreni, l’inquinamento generale dovuto in gran parte all’industria della carne, lo sperpero delle risorse energetiche ecc.

Se dicono che [b]la vita media è aumentata[/b], dite che l’immenso apparato medico-scientifico che assorbe fiumi di denaro e risorse umane è riuscito ad allungare di pochi anni ma non la qualità della vita e che l’ultimo periodo dell’esistenza umana è quasi sempre un vero calvario.

Se dicono che [b]è la legge della natura[/b], dite che è la legge delle belve non delle persone civili e spiritualmente evolute e che tale legge viene condivisa fino a quando le vittime sono gli altri.

Se dicono che [b]gli animali non hanno un’anima[/b] dite che nessuno è in grado di provare o negare questa affermazione e che l’anima è qualcosa che o hanno tutti i viventi o non ha nessuno, perché non c’è nulla in un uomo che non sia presente, a differenti livelli, anche nell’animale.

Se dicono che [b]abolire gli allevamenti significa creare molti disoccupati[/b], dite che il discorso sarebbe anche valido per i vivisettori, i pellicciai, i macellai, i pescatori, …; d’altronde, quando finisce una guerra l’industria bellica non vende più armi. Dovremmo alimentare le guerre per continuare a produrre armi e prevenire la disoccupazione? Ogni passo evolutivo nella storia ha comportato dei grandi cambiamenti: l’invenzione dell’automobile non ha certo fatto felici i cocchieri, ma quanti autisti ha creato? E la fotografia? Tanti pittori hanno fatto fallimento, tanti fotografi sono nati; così è per tutto: la rivoluzione industriale, i computers… Inoltre, se mai avverrà, il passaggio da un mondo smodatamente carnivoro a uno totalmente vegano, sarà graduale, e non avverrà certo nel giro di pochi anni. Perciò vi sarà tutto il tempo per le future generazioni di scegliere lavori diversi. Diminuiranno i macellai, e aumenteranno altri tipi di lavoratori: fruttivendoli, addetti alla preparazione di pasti vegani ecc…

Se dicono che [b]gli animali sono fatti per l’uomo[/b] dite che questo è lo stesso concetto per cui si credeva che gli schiavi erano fatti per i padroni e che lo specismo è la base di ogni razzismo.

[b]Gli animali sono stati allevati per fornirci cibo: “Sono allevati apposta”![/b]
Questa affermazione è veramente disarmante. Sembra sottintendere che, se ammazziamo degli animali che vivono in natura, compiamo un atto condannabile, mentre se ammazziamo animali che abbiamo fatto nascere noi stessi, abbiamo tutto il diritto di farlo. Come spiegare che questo punto di vista non è così scontato e universalmente riconosciuto, ma è del tutto antropocentrico (cioè da per scontato che gli umani siano al centro dell’universo)? Noi non siamo padroni degli animali. Gli animali sono esseri sensibili, non oggetti che possiamo usare a nostro piacimento. Non abbiamo il diritto di farli nascere, allevarli in prigionia tra mille sofferenze, e alla fine ammazzarli. Ne abbiamo il potere. Ma ciò non significa averne il diritto. Se noi non li facessimo nascere, non esisterebbero, certo. Ma questo non ci dà il diritto di ucciderli. Meglio non farli nascere affatto. Se li facciamo nascere per torturarli e ucciderli, abbiamo una responsabilità e una colpa ancora maggiore sulle nostre spalle.

[b]Gli animali trasformano i vegetali che non possiamo mangiare in carne che possiamo mangiare.[/b]
Questo può essere vero in teoria, e poteva esserlo secoli fa. Ora non è più così, ma avviene invece il contrario. Come premessa va detto comunque che, anche se fosse così, non sarebbe lo stesso lecito, da un punto di vista etico, ammazzare gli animali, perché non ne abbiamo bisogno, possiamo ricavare tutti gli elementi nutritivi necessari dai vegetali, non abbiamo bisogno che altri animali li trasformino in nostra vece. Tutti gli aminoacidi essenziali sono già presenti nei vegetali. Detto questo, oggi gli animali vengono nutriti per lo più a cereali e soia, alimenti che si potrebbero usare in maniera molto più efficace per il consumo diretto umano. Un ettaro coltivato a cereali produce cinque volte più proteine di un ettaro destinato alla produzione di carne; i legumi (fagioli, piselli, lenticchie) ne producono 10 volte di più. Anche i bovini allevati a pascolo non fanno altro che rubare terra all’agricoltura, o alle foreste, comprese quelle tropicali (nella foresta Amazzonica l’88% dei terreni disboscati è stato trasformato in pascolo), provocando desertificazione e cambiamenti climatici. A oggi gli occidentali si possono ancora permettere questo smodato consumo di carne perché sfruttano la terra dei paesi del Sud e dell’Est del mondo che hanno un consumo di carne di molto inferiore. Se tutti consumassero tanta carne quanta ne viene consumata dagli abitanti dei paesi ricchi, non basterebbero tutte le terre emerse per garantire pascoli e mangimi per tutti gli animali. Mentre con le terre coltivate già oggi disponibili, si potrebbe nutrire una popolazione vegana ben superiore all’attuale popolazione mondiale, senza alcun problema di fame nel mondo.

Se dicono che [b]anche le piante soffrono[/b] (solitamente viene supposto che anche le piante provino qualcosa che assomiglia al dolore (anche se non c’è nessuna prova attendibile che lo conferma sul piano scientifico)), dite che in ogni caso pensando che la nostra vita può infliggere dolore, si tratta di scegliere il male minore. Innanzitutto, i vegetali non hanno un sistema nervoso, e quindi, anche se sicuramente sono in grado di reagire agli stimoli esterni, non possiamo catalogare queste reazioni come sentimenti. Una mucca ha un sistema nervoso centrale, come gli uomini, e sappiamo con certezza il tipo di sofferenza che deve subire. Chi pone questa obiezione dovrebbe comunque smettere di mangiare animali, perché questi, nella loro vita, hanno mangiato centinaia di vegetali. Inoltre, abbiamo molti dubbi sul fatto che chi pone questa domanda abbia davvero a cuore la sofferenza dei vegetali: se è così insensibile da non aver problemi ad ammazzare animali per cibarsene, quando gli animali sono palesemente esseri senzienti che soffrono, perché dovrebbe farsi problemi ad addentare una carota? Una critica del genere fatta a un vegano potrebbe essere presa sul serio solo se provenisse da un fruttariano. Un fruttariano si ciba solo di frutta, e così facendo non causa né morte, né danno alle piante, perché la frutta si stacca dalla pianta in modo naturale. Chi è veramente interessato alla sofferenza delle piante, dovrebbe fare questa scelta. Se l’obiezione è invece sollevata per “dimostrarci” che non siamo coerenti fino in fondo nella nostra scelta, lasciateci rispondere “Da che pulpito vien la predica”! Chi non si preoccupa minimamente di arrecare sofferenza agli altri può star tranquillo e non essere accusato di incoerenza perché ogni cosa che fa è lecita, è la coerenza del menefreghismo. Chi invece si preoccupa di causare il minor danno possibile deve essere “perfetto”, pena il venir tacciato di incoerenza. Molto comodo! Ma lasciateci dire che a noi della coerenza importa ben poco. Ci importa di fare il più possibile per minimizzare la sofferenza che arrechiamo, e il fatto di non poter essere perfetti non è certo una ragione per indurci a non fare niente del tutto.

Se dicono che [b]allora dovremmo camminare sollevati da terra per evitare di pestare gli insettini[/b], dite che non è importante essere perfetti, non pretendiamo di esserlo. É molto facile la coerenza del menefreghismo. Preferiamo l’imperfezione di chi fa del suo meglio. Aggiungiamo solo che è ben diverso uccidere involontariamente degli insetti, durante il corso della nostra normale vita, e imprigionare, torturare e uccidere scientemente animali capaci di sentimenti.

Se dicono che [b]l’uomo è onnivoro[/b] dite che se fosse tale avrebbe gli attributi degli altri animali onnivori e che da quando l’uomo mangia di tutto si sono sviluppate nel genere umano la maggior parte delle malattie.

E se, nonostante tutto, dovessero mettervi alle “corde” dite: “Mentre noi difendiamo la vita voi difendete il vostro diritto ad uccidere gli animali, mentre noi chiediamo amore e rispetto per tutti gli esseri viventi voi limitate questo sentimento ai soli esseri umani; mentre voi giustificate la legge del più forte, la legge della giungla noi difendiamo i deboli, gli innocenti, la diversità, senza la quale nulla potrebbe esistere nell’universo”.

Mangiare carne o no è una scelta personale. Da un punto di vista morale, le azioni che danneggiano altri non sono scelte personali: la crudeltà contro gli animali, come anche l’assassinio o la violenza sui bambini sono azioni immorali. Oggi la società incoraggia il consumo di carne e le crudeltà degli allevamenti intensivi, ma la storia insegna che un tempo si approvavano la schiavitù, lo sfruttamento minorile e molte altre pratiche che oggi si ritengono inaccettabili.

[mattia paoli – ispirato da un precedente lavoro di franco libero manco]

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