Ancora su natura e cultura

Rambo_2Tra le principali obiezioni che sento sulla natura non carnivora dell’uomo c’è sempre più spesso quella che gli scimpanzé – con i quali condividiamo gran parte del DNA – cacciano, mangiano carne, a volte sono pure cannibali. Gli studiosi seri non vedono in questo natura, però, bensì una sorta di protocultura. Diversi studi provano che la carne cacciata viene utilizzata a fini sociali, soprattutto politici (creare alleanze) o sessuali (procurarsi il favore delle femmine disponibili). Un aspetto, ahimè, davvero umano. Molto diverso da quello dichiaratamente alimentare dei veri carnivori. Che predano esclusivamente per fame e sopravvivenza. La caccia degli scimpanzé si svolge, infatti, prevalentemente quando l’animale è già sazio. Jane Goodall, etologa primatologa che ha trascorso trent’anni tra questi nostri cugini, ha tracciato perfettamente il loro profilo dietetico: soprattutto frutta (50% circa) e verdure a foglia verde, principalmente foglie d’albero (40% circa). Dal 2 al 7% della loro dieta fanno parte l’interno delle piante e la parte più fibrosa come la corteccia. In primavera la mensa si arricchisce di fiori e germogli fino al 10% della razione giornaliera di cibo. Noci e semi arrivano al massimo al 5%. A novembre, infine, quando le risorse vegetali scarseggiano, gli scimpanzé aggiungono una piccola quantità di insetti e anche animali di piccola taglia. Un aggiunta che non supera mai, però, l’1-2 % del totale.

Stefano Momentè

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