Se bevessimo latte di cane?

Schermata 2016-02-01 alle 14.47.25Mi chiedo ormai da un po’ di anni, quale sia stato il processo che ha fatto sì che il latte vaccino diventasse cibo per l’uomo, mentre quello di altri mammiferi, anche molto più vicini a noi, no.
Va bene che ci beviamo ogni cosa ci venga raccontata come oro colato, ma qui la bevuta è intesa proprio in senso letterale.
Prodotto dalla secrezione delle ghiandole mammariedei mammiferi dopo il parto, in natura il latte è l’alimento previsto per la crescita dei cuccioli. Null’altro, si partorisce e arriva il latte.
E il latte di ogni specie va ad esclusivo beneficio di quella specie.
Il termine esatto è specie specifico.
Il latte di tutti i mammiferi contiene, disciolti in acqua, proteine, zuccheri, grassi, vitamine, enzimi e anticorpi propri della specie di appartenenza. Per questo la composizione del latte differisce da mammifero a mammifero, da specie a specie.
Le differenze sono davvero enormi, se consideriamo anche solo i tre macronutrienti, soprattutto nel rapporto tra proteine e lattosio, lo zucchero del latte: la femmina umana ha, tra tutti, la più bassa percentuale di proteine e la più alta di zuccheri mentre esattamente dalla parte opposta della scala troviamo il coniglio, in mezzo tutti gli altri.
Perché allora abbiamo iniziato a bere proprio quello di vacca?
Gli europei introdussero il latte vaccino negli Stati Uniti intorno al 1625. Propaganda e supporti governativi promossero presto carne e latte come cibi importanti per l’alimentazione dell’uomo.
A partire dal 1830 la domanda costrinse i produttori a meccanizzare la produzione. Dal 1870 la promessa delle Grandi Pianure portò un sacco di gente all’allevamento per la sempre crescente domanda di carne e latte degli americani e degli inglesi colonizzatori.
Grazie anche alla grande distribuzione, alla fine della Seconda guerra mondiale il latte diventò infine il simbolo di un modo di mangiare ben congegnato e dieteticamente superiore, tipico di uno stile di vita che negli anni successivi andrà ad imporsi in tutto il mondo.

Stefano Momentè

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