Il dilemma religioso di fronte all’etica animalista

Categoria : Spiritualità e religioni

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Il dilemma religioso di fronte all'etica animalistaIl dilemma religioso di fronte all’etica animalista. Lo sviluppo del pensiero positivo, unito alla sensibilità della coscienza umana, procede in modo inarrestabile secondo l’eterna legge della natura che attua l’evoluzione di tutte le cose. Ed è inevitabile che ciò accada. La compassione (che caratterizza la nuova coscienza universalista/vegan/animalista e viene estesa a tutti gli esseri viventi) in passato è stata sfiorata solo dai grandi dello spirito. In questa evoluzione integrale l’umano è destinato ad allontanarsi sempre più dalla primordiale violenza verso gli animali e verso il suo stesso simile.

Ma questa grande innovazione esistenziale trova refrattario e impreparato il mondo religioso cristiano, e specialmente la religione cattolica che più di ogni altra giustifica lo sfruttamento e l’uccisione degli animali: quale posizione adotterà quando l’umanità, per amore e senso di giustizia, approderà al regime vegano? Dirà che erano tempi in cui non era possibile ampliare i codici del diritto anche agli animali? Oppure rispolvererà testi antichi (per es. vangeli apocrifi) in cui emerge la figura di Gesù in difesa degli animali e a condanna al consumo di carne? Questo sarebbe sufficiente a far desistere coloro che non intendono rinunciare alla bistecca? Sarebbe sufficiente dimostrare che i vangeli sono stati alterati, che gli originali manoscritti riportano in vero pensiero di Gesù? Che testi originali sono esenti da interpretazioni personali dello scrittore nell’intento di far emergere una figura di Gesù più conforme alle proprie aspettative?

Certo non si favorisce lo sviluppo di un futuro migliore restando ancorati al passato. E’ necessario lasciar parlare il cuore non le pergamene. A mio avviso dibattere sui molteplici i punti di vista delle varie comunità, movimenti religiosi e chiese è sicuramente improduttivo. Ciò che serve è aprirsi alle esigenze dello Spirito in cammino che non può più essere quello dei profeti di 5000 anni fa.

Che senso ha arrampicarsi sugli specchi per cercare di dimostrare che Gesù, contrariamente a quanto riportato nei vangeli canonici, fosse vegetariano? Se realmente lo fosse stato sarebbe emerso negli scritti di alcuni storici del tempo, o dal pensiero dei discepoli e seguaci o nei documenti che appartengono ad altre culture religiose e che invece ricalcano i contenuti dei vangeli ufficiali, cioè quelli in cui in nessuna circostanza vi è una prescrizione a favore del rispetto per gli animali e il non mangiare carne.

Nel tentativo di giustificare l’amore di Gesù per gli animali, alcuni affermano che i vangeli siano stati alterati. Molto probabilmente tra traduzioni amanuensi, trascrizioni arbitrarie ed errori inconsapevoli nelle migliaia di trascrizioni dal greco e dall’ebraico, molte cose hanno subito delle varianti, anche se, io credo, il significato del pensiero sia rimasto fondamentalmente inalterato. Se così non fosse come spiegare che anche le Chiese d’Oriente, considerate eretiche dalla chiesa di Roma riportino lo stesso pensiero e gli stessi contenuti dei vangeli canonici?

Ritengo improbabile che sia stata messa in moto una macchina gigantesca per eliminare dall’enorme mole di scritti ogni riferimento al vegetarismo di Gesù da parte della Chiesa e da Costantino che forse non vedeva di buon occhio la rinuncia ad uno dei piaceri fondamentali della vita. Ma questa è solo un’ipotesi. Il clero e l’imperatore, presa in mano la situazione, non avevano bisogno di conferme ufficiali scritte per giustificare il loro comportamento. Non solo. Nella manomissione dei Testi avrebbero eliminato anche le profezie di Gesù che non si sono avverate, come il Matteo 16,28: “In verità vi dico,: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno”.

La chiesa d’Oriente è giunta alle stesse conclusioni adottando i vangeli canonici senza alcuna coercizione da parte della chiesa d’Occidente (cattolica) o da parte di Costantino. Anche le altre chiese ortodosse e protestanti, scelsero i vangeli sinottici e rifiutarono gli altri. Gli stessi Padri della Chiesa, che invitano ad astenersi dalla carne, citano migliaia di volte i Vangeli canonici ma mai quelli apocrifi (Origene, Tertulliano, Eusebio di Cesarea, Clemente Alessandrino, Ireneo, Ippolito, Giustino di Nablus).

Ma come spiegare che molto tempo prima altri grandi iniziati si siano espressi in favore degli animali e contro il consumo di carne? (Krisnha, Pitagora, Buddha, Zoroastro, Teofrasto, Empedocle ecc.) Questo ci fa capire che la Verità non è mai prerogativa di una sola dottrina ma serve invece a spingerci ad integrare le verità relative al fine di avvicinarci alla Verità assoluta.

E se l’amore è il vessillo del messaggio di Gesù, in cui nella visione scatologica tutto dovrebbe essere incluso, anche il rispetto per gli animali, non doveva per primo dare l’esempio o se non altro esprimere un pensiero, dire una sola frase in tal senso?

In sostanza sembra che Gesù avesse principalmente a cuore la salvezza del popolo ebraico come si evince nel vangelo di Matteo 15,4: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa d’Israele”; e sempre in Matteo 10,6: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. E se il Suo Messaggio non includeva neppure tutto il genere umano pensare al mondo animale forse era chiedere troppo in quel contesto storico sociale. Diversamente è difficile accettare l’ipotesi che i seguenti episodi siano stati costruiti di sana pianta per eclissare qualunque pensiero di Gesù in difesa degli animali e far emergere una visione completamente diversa:

  • “Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore … e per offrire in sacrificio una coppia di tortore e di giovani colombi come prescrive la legge del Signore” (Lc: 2, 22).
  • “Non date le vostre cose sante ai cani e non gettatele vostre perle avanti ai porci perché non le calpestino con le loro zampe e poi si rivoltino per sbranarvi” ( Mtt: 7, 6).
  • “Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini” (Mtt: 15,26). 
  • Due indemoniati uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro…”Che cosa abbiamo noi con te, figlio di Dio?” A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci a pascolare. E i demoni presero a seguirlo e a scongiurarlo dicendo: “Se ci scacci mandaci in quella mandria”. Egli disse loro: “Andate”! Ed essi usciti dai corpi degli uomini entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perirono nei flutti (Mtt: 8, 32).
  • “Due passeri non si vendono forse per un soldo?…Non abbiate dunque timore, voi valete più di molti passeri” (Mtt: 10, 29)

 Mentre non è riportato chiaramente che Gesù in qualche circostanza abbia mangiato della carne, il pesce è stato da Gesù sicuramente consumato:

  • “Avete qui qualcosa da mangiare”? Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro (Lc: 24, 41).
  • Il regno dei cieli è simile anche ad una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e gettano via i cattivi” (Mtt: 13, 47).
  • “…Non abbiamo che 5 pani e 2 pesci… Ed egli disse: “Portateli qua”. E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i 5 pani e i 2 pesci e alzati gli occhi al cielo pronunciò la benedizione, spezzò i pani i li diete ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla (Mtt: 14, 17).
  • “…Va al mare, getta l’amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento” (Mtt: 17, 27).
  • Gettate le reti dalla parte destra della barca e troverete”, la gettarono e non potevano tirarla su per la gran quantità di pesci (Gv 21, 4).
  • Appena scesi a terra videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane: “Portate un pò del pesce che avete preso or ora”. Allora Simon Pietro salì sulla barca e trasse a terra la rete piena di 135 grossi pesci…Gesù disse loro: “Venite a mangiare”…Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro e così pure il pesce (Gv: 21, 9).

Nel prossimo episodio si rimarca la poca importanza di ciò che l’uomo usa mangiare e si trascura l’azione cruenta necessaria ad utilizzare prodotti animali.

Gesù dice: “Non quello che entra dalla bocca rende l’uomo impuro ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo” (Mtt: 15, 11). Ma poi evidenzia l’importanza di un singolo animale, anche se è difficile pensare che l’atteggiamento del pastore sia di amore verso la pecorella smarrita e non per il suo valore venale.

 “Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le 99 sui monti per andare in cerca di quella perduta”? (Mtt: 18, 12).

La poca considerazione di Gesù anche verso il regno vegetale è manifesta nell’episodio dell’albero di fico che tra l’altro, pare, verificatosi in un periodo in cui non potevano esserci frutti: Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma no vi trovò altro che foglie e gli disse: “Non nasca mai più frutto da te”, e subito il fico seccò (Mtt: 21, 19).

Dopo aver guarito il lebbroso, Gesù    gli dice: …”Va, mostrati al    sacerdote e fa l’offerta che Mosè ha prescritto”, cioè          sacrifica un animale (Mtt. 8,4).

La chiara indicazione che per Gesù gli animali non sono che un bene di utilizzo a vantaggio dell’uomo viene dalla parabola del figliol prodigo:

Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate il vestito più bello, portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc: 15, 22).

E’ difficile dire che la reazione di Gesù verso i venditori di animali a scopo sacrificale sia dovuta al rispetto per gli animali e non al Tempio trasformato in una sorta di mercato.

Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle scacciò tutti fuori dal tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi e ai venditori di colombe disse: “Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato” ( Gv: 2,14).

Il Vangelo Esseno della Pace scritto Edmond Bordeaux Szekely (che pare fosse un pluri- falsario-plagiatore), tradotto poi negli Usa come il Nuovo Testamento da una fantomatica essene chiamata Crist Church.

Poi c’è il cosiddetto Vangelo dei Dodici Apostoli, scritto all’inizi del 900 dal reverendo Gideon Ousely (a seguito di una rivelazione onirica), conforme, pare, all’originale in aramaico trovato nella comunità di Qumran nel 1947, conservato in Tibet e propagato come il vero vangelo dalla profetessa Gabriele, capo di un gruppo noto come “I cristiani delle origini”. Questo vangelo fa riferimento ad un Maestro di Giustizia che viene identificato come Gesù. In sostanza questo vangelo non è altro che una sinossi dei quattro vangeli canonici a cui sono stati aggiunti dei passi riguardanti gli animali e l’astinenza dal consumo di carne.

Conclusione. Per le religioni antropocentriche l’etica laica animalista/vegan/universalista probabilmente sarà la prova del fuoco con cui confrontarsi in un futuro non troppo lontano. Quando l’umanità laica incarnerà una coscienza più giusta e sensibile verso la condizione degli animali, la Chiesa continuerà a proporre la frase del sogno di Pietro che gli comanda “ammazza e mangia” o riconoscerà l’evoluzione dello spirito umano superando la profetica frase del gesuita teologo Teilhard de Chardin che diceva;”Quando l’etica sociale è superiore alla morale religiosa quella religione è perduta”?

Franco Libero Manco

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