Gerarchizzazione dell'importanza della vita: perchè?

Categoria : Animali

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RIceviamo da Carlo e proponiamo qui di seguito, a fini di scambio, una sua lettera al Giornale di Brescia:————————————–
Mi chiamo Carlo La Duca, sono uno studente lavoratore di 21 anni di Brescia.

Scrivo in riferimento alla vicenda del povero cagnolino della provincia mantovana trovato dalla padrona mentre veniva bollito vivo da due spregevoli contadini di quella zona, fatto portato alla luce tra le tante dalla trasmissione La vita in diretta, condotta da Michele Cucuzza.

Forte e giustificato è lo sgomento dell’opinione pubblica di fronte a tanta efferatezza e disgustante, crudeltà che sempre più rappresentanti del genere umano purtroppo dimostrano essere capaci di perpetrare; mi permetto quindi di cogliere da questo avvenimento lo spunto per una riflessione che spero quante più persone vogliano considerare.

Seguo uno stile di vita vegan, che si differenzia da una scelta alimentare vegetariana in quanto, per motivazioni etiche, ecologiche e salutistiche prevede la totale abolizione dai propri consumi personali di tutto ciò che deriva dalla sofferenza, sfruttamento e conseguente ed inevitabile morte di animali (leggasi latte, derivati caseari, pellami, lana e quant’altro causante, per quanto possa essere poco immediato immaginarlo, il decesso annuale di miliardi di animali nel mondo).

A questo proposito non posso non rimanere perplesso ed esterefatto di fronte ad un’opinione pubblica fortemente turbata da atti di crudeltà rivolti ad animali categorizzati a nostro piacimento come ‘da compagnia’, ma quasi globalmente indifferente di fronte ad un costante, sistematico, lucroso sfruttamento di innumerevoli esseri senzienti (capaci quindi di provare gioia, dolore, tristezza ed altri sentimenti comunemente ritenuti di esclusivo appannaggio dell’animale uomo) per far fronte a nostri bisogni alimentari in senso stretto (ampiamente e a livello di qualità migliormente soddisfabili attraverso un’alimentazione basata su cibi vegetali), a bisogni pratici (ad esesempio abbigliamento o calzatureria per i quali comunque esistono validissime ed economiche alternative) ma anche a bisogni decisamente più voluttuari (sperimentando ad esempio su migliaia di conigli l’effetto dell’ultimo profumo alla moda, spruzzato negli occhi in attesa di misurare il progressivo stadio di ustione della cornea di questi esseri indifesi, o dello struccante per occhi definitivo, fatto ingerire per calcolarne il grado di tossicità fino alla morte).

Mi stupisco di come sembri si sia totalmente insensibili di fronte ad una programmatica privazione del dono della vita di tanti esseri a questo punto devo pensare ritenuti inferiori ad altri, gerarchizzati, categorizzati come oggetti di consumo dai quali trarre il maggiore profitto possibile e col minore spreco.

Proprio noi che a giudicare dai toni della trasmissione citata all’inizio di questa mia lettera e dalle parole del sig. Pippo Baudo sempre in tale contesto (“sembra che l’uomo stia progressivamente perdendo la propria dignità”) sembriamo essere un popolo di convinti e instancabili sostenitori della causa animale!

Inoltre, solo en passant voglio proporre in questa sede un’evidenza scientifica internazionale (e specifico rigorosamente super-partes) che in modo sempre più schiacciante dimostra come l’orientamento verso un’alimentazione totalmente priva di elementi di origine animale oltre che essere fattibile e soddisfacente (a dispetto di paventate carenze alimentari da parte di detrattori o disinformati) non possa che essere consigliabile (registrando, portando un esempio su molti, una diminuzione statistica di incidenza di patologie degenerative quali cancro o infarto – primarie cause di decesso nella società occidentale – addirittura in misure superiori al 70%). La stessa evidenza scientifica dimostra inoltre come con la quantità di prodotti cerealicoli destinati annualmente al sostentamento di animali da allevamento (con sprechi energetici inimmaginabili) basterebbe per sfamare più di un miliardo di persone (in barba a chi accusa gli animalisti di non considerare più pressanti necessità degli uomini) e ridurre drasticamente i danni provocati da un’abitudine produttiva a sconsiderato impatto ambientale; sono dati questi che pensando alle commoventi e variegate campagne pro-aiuti umanitari propinateci per popolazioni che ancora nel 2002 muoiono di fame o a quelle per la preservazione di aree forestali od ecologiche da chissà quali nome esotici non possono che farci pensare: è risibile come sembri si combatta una battaglia senza fine contro la povertà, la morte, la carestia quando una buona fetta della soluzione certo non ci sta proprio sotto il naso, ma sicuramente spesso non è considerata perchè ‘da quando mondo è mondo gli animali sono fatti per essere mangiati’!

Concludendo questa mia riflessione e constatazione (identificando a mio avviso in una tradizione che giustifica determinate abitudini, in una generalizzata ed interessata malainformazione da parte dei mezzi di comunicazione in materia di alimentazione e nel gusto personale anteposto ad una moderna e auspicabile coscienza etica le cause di quanto sovraesposto) preciso che, fortunatamente, ogni singolo è libero, in soldoni, di fare ciò che vuole. Che però ci si produca in stucchevoli manifestazioni di coscienza animalista non ricordandosi di essersi da poco lasciate alle spalle le festività natalizie con la solita ecatombe di milioni di animali (alla quale anche sicuramente il sig. Baudo – che, si badi bene, non attacco – avrà partecipato) ritengo sia quantomeno di cattivo gusto; certamente è la dimostrazione di una sempre più urgente necessità di una presa di coscienza più ampia verso i veri problemi degli animali, anche se questo volesse dire contravvenire alla pigrizia del consumatore medio o al proprio gusto personale. Una nota di plauso alla trasmissione La vita in diretta per avere dato spazio ad un fatto di cronaca simile.

Inoltre auspico la pena detentiva per chi compie atti di tanta atrocità. Perchè deve essere differente danneggiare un animale che per caso cammina su due zampe e si chiama uomo (e che pare abbia dimostrato con avvenimenti simili non essere migliore di altri) e danneggiare tuttli gli altri che, loro malgrado, si ritrovano a dividere questo pianeta con il precedente?

Sarò ben lieto di integrare in ogni modo questo mio scritto o di fornire documentazioni ed informazioni finalmente attendibili (ed ahimé sconvolgenti) sulla reale condizione degli animali nelle nostre fattorie, allevamenti ed industrie a chiunque dovessere essere interessato tramite il mio indirizzo e.mail: mudz@mail.com

Ringrazio per la disponibilità e, sperando di essere pubblicato, porgo distinti saluti.

[Carlo La Duca]

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