Cancro, si vince anche a tavola

Categoria : Salute e benessere

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Si può prevenire con l’alimentazione il rischio di sviluppare tumore al colon-retto? La risposta, dopo il verdetto incerto di tre studi precedenti, questa volta è sì.Aumentando, anche in modo moderato, il consumo di cereali integrali e di frutta e verdura ricchi di fibre, come dimostra la Epic, una vasta indagine partita dieci anni fa, si può ridurre l’incidenza di questo tumore, che ogni anno colpisce un milione di persone nel mondo soprattutto occidentale.
L’originalità dello studio, coordinato per lo Iarc, l’Istituto internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, da Elio Riboli, è di essere prospettico e non osservazionale. «Non si estrapolano i rischi di cancro a ritroso nel tempo e mettendoli in correlazione alla dieta. Ma si seguono le persone arruolate e si valuta in prospettiva il ruolo che la dieta ha avuto sia nel causarlo sia nel prevenirlo» osserva Riboli.
Lo studio, iniziato nel ’92 con il sostegno del programma per la salute pubblica della Commissione europea, ha coinvolto 522 mila persone tra i 25 e i 70 anni di dieci paesi europei, fra cui l’Italia, e 24 centri. Che la dieta faccia la differenza lo dicono i dati raccolti dall’Epic e ora pubblicati su Lancet. «Le diagnosi di tumore al colon-retto sono state 1.065. In chi consumava ogni giorno circa 35 grammi di fibre, il rischio di sviluppare questo cancro era inferiore del 40 per cento rispetto a chi ne consumava quotidianamente solo 15» riferisce Riboli. Non si sa se i supplementi farmacologici di fibre abbiano lo stesso effetto protettivo, precisa la nutrizionista inglese Sheila Bingham, di cibi naturalmente ricchi di fibre, quali cereali, frutta e verdura.
L’Europa è l’ambito ideale per una ricerca del genere perché le abitudini alimentari cambiano da un paese all’altro. «È una popolazione eterogenea con stili di vita e abitudini alimentari che variano. Ciò ci ha permesso di ottenere un quadro accurato di come i diversi cibi ricchi di fibre siano correlati all’incidenza di questo tipo di tumore» osserva Riboli.
Le persone più protette? Quelle che consumavano nella dieta sette porzioni di frutta e verdura al giorno, equivalenti a sei fette di pane integrale. Le più esposte? Quelle con solo due porzioni di frutta e verdura.
Grazie ai campioni di sangue raccolti in partenza ai volontari che partecipano all’Epic (conservati in azoto liquido a-196°) è possibile ora avviare vari studi per fare un confronto tra chi si è ammalato di tumore del colon-retto e chi no. «A partire da questo momento si potrà usare l’Epic per tutta una serie di indagini che uniscano l’epidemiologia con la genetica e la biochimica» aggiunge Riboli. «Disponiamo infatti di una preziosa banca di campioni biologici che ci permetterà di ricavare importanti dati, per esempio, sulle varianti genetiche coinvolte e su molte altre caratteristiche, da quelle metaboliche ai fattori ormonali».
L’Epic servirà anche a capire il ruolo della dieta in altri tipi di cancro, come quello al seno, il più frequente nel campione: 5.500 casi. Seguiti da quelli alla prostata, 1.200, e al polmone, circa 800. Si è visto che dopo i 50 anni nelle donne sovrappeso il rischio di cancro alla mammella è più elevato: contano di più i fattori genetici o la dieta e lo stile di vita (esercizio fisico, fumo, alcol)? Probabilmente la comparsa di un tumore è il risultato finale dell’interazione tra predisposizione genetica individuale, ambiente e modo di vita. «In un certo senso la vera ricerca comincia adesso: abbiamo scavato una miniera d’oro e ora tiriamo fuori le pepite» conclude Riboli.
LA PAROLA ALLE CIFRE
Alla dieta è attribuito il 30% di utti i tumori
Ogni anno nel mondo ci sono 1 milione di nuovi casi di cancro colon-retto
35 mila le diagnosi ogni anno in Italia
Colpisce con uguale frequenza uomini e donne
[da Panorama del 23 maggio 2003 – Gianna Milano]

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