Cibo per lo Spirito (terza parte)

Categoria : Spiritualità e religioni

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MANGIARE CIO’ CHE E’ HALAAL

“Se gli animali sono stati soggetti a crudeltà nell’allevamento, nel trasporto, nella
macellazione, o più in generale nel loro benessere, la carne proveniente da loro è da
considerarsi impura e proibita per cibo. La carne degli animali uccisi con metodi crudeli
(al-Muthia) è corrotta (al-Mujathamadh).E anche se questi animali sono stati macellati nella maniera più stretta, ma li è stata inflitta crudeltà, la loro carne è proibita” – L’ultimo Imam B.A. Hafiz Al.-Masri della Moschea Shah Jehan di Woking in Gran Bretagna

Non è abbastanza tagliare la gola di un animale nella maniera halaal per considerare la carne halaal. Come sostenuto dal Corano e dagli Hadith, la cura e il benessere degli animali prima che essi siano uccisi è importante nella stessa maniera di come essi sono uccisi. Il Corano non vede gli animali come misere risorse ma li vede come individui e comunità dotate di propri diritti.

“Non c’è animale sulla Terra e nemmeno uccello che voli con le sue ali che non appartenga ad una comunità come voi. Non abbiamo dimenticato nulla del Libro. Poi tutti saranno ricondotti presso il loro Signore” – Corano 6:38

Fisicamente l’uomo è stato messo nella stessa categoria di ogni altra specie. Non vi è niente, solo Allah, ed ogni senso di divisione o ogni percezione dualistica è un prodotto del nafs (ego) che rifiuta di vedere oltre il velo di Dunya. Le parole seguenti non lasciano ambiguità sul senso della parola “comunità” nel Corano:

“Non hai visto che è ad Allah Colui a cui vanno tutte le preghiere di tutti gli esseri in
Paradiso ed in Terra e che persino gli uccelli con le ali piegate celebrano? Ognuno ha il suo modo di pregare, e Allah sa ciò che uno fa”.

Il Corano ci dice che Allah comunica realmente con gli animali come la seguente sura dice:

“Ed il tuo Signore ispirò alle api:- Dimorate nelle montagne, negli alberi e negli edifici degli uomini-” Corano 16:68

Il Corano usa la stessa parola arabica “Wahy” per indicare la Rivelazione di Allah a tutti i Profeti così come agli animali, come dimostra il caso dell’ape. Ciò dimostra il fatto che gli animali hanno un sufficiente livello di possibilità conscia per comprendere e seguire il messaggio di Allah, una facoltà superiore ai propri istinti.

L’essenza degli insegnamenti islamici sui diritti e sulle libertà della vita degli animali è tale che privare gli animali della loro giusta parte delle risorse della natura è un così serio peccato agli occhi di Allah da poter esser punito con un castigo tremendo. Il Corano descrive come la gente di Tahmud chiese al Profeta Saleh (as) di mostrargli qualche segno per provare di essere effettivamente un Profeta di Allah.

Al tempo di quest’avvenimento, la tribù stava passando attraverso un periodo di penuria sia sotto il punto di vista del cibo, che dell’acqua. E stava quindi di conseguenza trascurando il suo bestiame. E’ stato rivelato al profeta Saleh (as) di scegliere un cammello come simbolo e di chiedere al suo popolo di dare lei una giusta porzione di cibo e foraggio. Il popolo di Tahmud gli promise di farlo ma più tardi uccise il cammello. Come ricompensa la tribù fu annientata. Questo fatto è stato menzionato molte volte in contesti differenti (Corano 7:73, 11:64, 26:155, 156; 54:27-31).

Una volta stabilito che ogni specie animale è una comunità come la comunità umana e insieme alla comunità umana, sta solo alla ragione capire che ogni e ognuna creatura ha il diritto di vivere e dividere le risorse naturali. Nessun animale sta portando una minaccia diretta alla vita di un individuo o se questo risiede in una regione dove il consumo di carne è necessario per il sostentamento, allora la sofferenza che procura ad ogni animale è per definizione eccessiva allo Spirito della Legge. Capire questo è quello che M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra) ci riferisce come la “conoscenza della vera differenza tra halaal e haraam”.

“Ci sono delle persone che hanno solo questi cinque livelli (di coscienza). Essi hanno
studiato i testi religiosi e hanno un alto grado formale di studio ma sebbene abbiano
studiato molto, non sono in grado di distinguere ciò che è sbagliato da ciò che è giusto.
Essi non distinguono quello che è permesso da quello che non è permesso (halaal e haraam) o ciò che è bene da ciò che è male (khair e sharr). Essi non hanno imparato a trattare le loro vite come la propria, e non hanno nemmeno capito attraverso la loro coscienza (unarchi) che tutte le vite sono una vita, che tutte le vite appartengono a una famiglia e che tutti i figli sono della stessa famiglia” – M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra)

[grazie al Popolo di Allah]

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