Le diete vegane e crudiste migliorano fibromialgia e artrite reumatoide

Categoria : Salute e benessere
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Nel corso di una ricerca di altro tipo ho avuto modo di imbattermi in due studi, per la verità non molto recenti tuttavia interessanti per gli effetti attribuiti alle diete vegane e crudiste e perché, ad un primo controllo, non sembra siano stati ritenuti meritevoli di divulgazione se non tra gli “addetti ai lavori”, e comunque assai poco anche al loro interno.
Il più vecchio dei due studi, svolto dal Dipartimento di Fisiologia dell’Università di Kuopio (Finlandia) risale al 2000 e mette in evidenza l’utilità di una dieta vegana e crudista nella fibromialgia, patologia “importante” perché, con forte e prolungato impatto invalidante, colpisce fasce di età giovani o relativamente giovani ed è spesso associata alla cfs (sindrome da fatica cronica, la cui conoscenza da parte della medicina è ancora piuttosto problematica).
Il secondo studio, pubblicato nel 2001 da ricercatori dell’Università di Stoccolma, documenta l’utilità di una dieta vegana e priva di glutine nell’artrite reumatoide.
Complessivamente un altro piccolo ma non insignificante elemento dimostrativo dell’utilità per la salute delle diete vegane.
Di seguito una rapida traduzione degli “abstracts”.

La dieta vegana allevia i sintomi della fibromialgia
Scand J Rheumatol 2000;29(5):308-13
Kaartinen K; Lammi K; Hypen M; Nenonen M; Hanninen O; Rauma AL
Department of Physiology, University of Kuopio, Finland.

Sono stati valutati gli effetti di una dieta vegana, crudista, a basso tenore di sodio e ricca di lattobacilli [batteri coltivati su terreni vegetali, n. d. t. ] sui sintomi di 18 pazienti con fibromialgia durante e dopo 3 mesi di studio. Come gruppo di controllo altri 15 pazienti hanno continuato la loro dieta onnivora. I gruppi, all’inizio della ricerca, non differivano significativamente al loro interno in alcun parametro eccetto il livello urinario di sodio ed il livello di dolore. I risultati hanno rivelato miglioramenti significativi nel livello di dolore rilevato con la “Visual analogue scale of pain” (p=0.005), nel livello di rigidità muscolare (p=0.001), nella qualità del sonno (p=0.0001), nelle risposte al Questionario sulla valutazione della salute (p=0.031), nelle risposte al Questionario sulla salute generale (p=0.021) e nelle risposte al questionario fornite dagli specialisti che seguivano i singoli partecipanti (p=0.038). La maggioranza dei pazienti, all’inizio della ricerca, era sovrappeso e il passaggio alla dieta vegana ha provocato una significativa riduzione dell’indice di massa corporea (p=0.0001). Il colesterolo totale ha mostrato, statisticamente, un’importante decremento (p=0.003). Il sodio urinario si è attestato ad un terzo dei valori iniziali Urine (p=0.0001) indicando una buona osservanza della dieta da parte dei partecipanti. Si può concludere che la dieta vegana ha effetti benefici sui sintomi della fibromialgia, almeno nel breve periodo.

La dieta vegana e priva di glutine migliora i segni e i sintomi dell’artrite reumatoide: gli effetti sono correlate alla riduzione degli anticorpi per gli antigeni di certi cibi.
Rheumatology (Oxford) 2001 Oct;40(10):1175-9
Hafstrom I; Ringertz B; Spangberg A; von Zweigbergk L; Brannemark S; Nylander I; Ronnelid J; Laasonen L; Klareskog L
Department of Rheumatology, Karolinska Institutet at Huddinge University Hospital, Stockholm, Sweden.

OBIETTIVO: verificare se e come l’assunzione di cibo possa modificare il decorso dell’artrite reumatoide (RA) è una discussione di interesse scientifico e pubblico. Tuttavia i dati di sperimentazioni cliniche controllate sono assai frammentati. Abbiamo deciso, allora, di studiare gli effetti di una dieta vegana e priva di glutine nella RA e di misurare I livelli di anticorpi agli antigeni dei cibi-chiave non presenti nella dieta vegana.
METODO: a 66 pazienti con RA attiva sono state assegnate, a caso, una dieta vegana priva di glutine (38 pazienti) ed una dieta onnivora ben bilanciata (28 pazienti) per un anno. Tutti i pazienti sono stati informati e monitorizzati nello stesso modo. Sono stati valutati all’inizio, dopo 3, 6 e 12 mesi secondo I criteri dell’American College of Rheumatology (ACR). Inoltre sono stati rilevati I livelli di anticorpi antigliadina e antibeta-lattoglobulina e sono state eseguite radiografie delle mani e dei piedi.
RISULTATI: 22 pazienti del gruppo vegan e 25 del gruppo onnivoro hanno seguito la dieta prescritta per 9 o più mesi. Di questi il 40.5% del gruppo vegan (9 pazienti) ha raggiunto e soddisfatto completamente i criteri di miglioramento stabiliti dall’ACR, mentre solo il 4% del gruppo onnivoro (un paziente) ha fatto altrettanto… I livelli anticorpali di Immunoglobulina G (IgG) contro gliadina e beta-lattoglobulina hanno avuto un significativo decremento nel gruppo vegan ma non in quello onnivoro. Nessun apparente ritardo nella distruzione si è rivelato radiologicamente nei gruppi.
CONCLUSIONE: i dati provano che la modifica dietetica proposta è capace di apportare benefici clinicamente rilevabili a un certo numero di pazienti con RA e che tali benefici possono essere correlati alla riduzione della reattività immunitaria ad antigeni di cibi eliminati dalla dieta.

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