Manuale di sopravvivenza alla fine del petrolio

Categoria : Libri

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Riflessioni, consigli e ricette per fare a meno dell’oro nero. La nuova pubblicazione delle Edizioni Aam Terra Nuova è un libro unico nel suo genere e insieme un manuale ricco di suggerimenti e proposte concrete.

 ricette vegan, vegan ricette, ricette vegetariane, cucina vegetariana, cucina vegana Un’approfondita riflessione e una guida con tutti i suggerimenti e le proposte concrete per modificare il nostro stile di vita in vista dell’inevitabile transizione all’era del post-petrolio. Evitando i toni catastrofistici tipici delle pubblicazioni che affrontano il tema del picco petrolifero, l’autore, con spirito positivo, talvolta accompagnato da un fine umorismo, analizza i vari aspetti del nostro quotidiano proponendo al lettore dodici passi per liberarci gradualmente dalla mentalità petrolio-dipendente e costruire una società più sobria ed ecosostenibile.

Fanno da corollario al libro tantissimi consigli su come attuare scelte consapevoli in cucina, molte le ricette di preparazioni di base (pane, yogurt, seitan…) e per la tavola di tutti i giogni. Il testo è inoltre arricchito dalla prefazione di Maurizio Pallante, promotore della Decrescita Felice in Italia.

Di seguito la prefazione dell’autore all’edizione italiana del libro:

[i][b]Istruzioni per sopravvivere alla fine del petrolio[/b]

L’esaurimento delle riserve petrolifere è oramai una verità riconosciuta, ma come prepararsi all’era post-petrolio? L’autore di “Manuale per sopravvivere alla fine del petrolio” spiega perché la transizione all’era post-petrolio è una cosa positiva e suggerisce come arrivarci in modo indolore, o quasi, adottando uno stile di vita appropriato, indipendentemente dall’inettitudine dei nostri governi.

Non è un caso che la prima traduzione di “Manuale per sopravvivere alla fine del petrolio” sia in italiano. Lo stile di vita proposto da questo libro è molto vicino a quello praticato in passato dai popoli del Mediterraneo. Così, con la fine dell’energia fossile e di una società caratterizzata dalla frenesia e dalla fretta, i popoli del mediterranei hanno l’opportunità di recuperare uno stile di vita non ancora del tutto perduto. Uno stile di vita in alcuni aspetti molto simile a quello che ho trovato a Torri Superiore, un ecovillaggio del retroterra d’Imperia, che visito ogniqualvolta i miei viaggi me lo permettono. Si tratta di un borgo del XIII secolo che è stato ricostruito pietra su pietra, unendo sapientemente tecniche antiche con le nuove conoscenze della bioedilizia.

Leggere un libro sul picco del petrolio può essere molto deprimente, anche se la cosa allo stesso tempo ha un certo fascino: il mondo che va fuori controllo, mentre noi restiamo seduti, immobili, a osservare. D’altra parte, se è vero che tutti noi che siamo nati in quest’epoca ci siamo semplicemente trovati in questa situazione e non ne siamo certo responsabili, è altrettanto vero che gran parte di noi è colpevole di bruciare energia fossile senza fare niente per ripristinare le scorte. Siamo tutti responsabili del riscaldamento globale. Stiamo tutti costringendo altre specie all’estinzione. Stiamo tutti esaurendo i terreni per produrre cibo e usando le risorse naturali a una velocità insostenibile. Ognuno di noi ne è responsabile.

Naturalmente, biasimarsi, così come lamentarsi, è del tutto inutile. Quello che serve piuttosto è trovare una via d’uscita. È per questo che ho scritto questo libro che parla della possibilità di cambiare il modo in cui viviamo; di smettere di sovraconsumare smettendo di sovraprodurre; di fare meno vivendo meglio. Si tratta, in sostanza, di cambiare mentalità. Alcuni degli amici e collaboratori a cui ho fatto leggere le prime bozze, mi hanno suggerito di spiegare un po’ meglio il tema del picco. Come se leggere di questioni legate al petrolio non fosse già abbastanza noioso. Sebbene abbia inserito alcune mie considerazioni sul problema, ho deciso che sarebbe stato meglio ricorrere ai miei colleghi “osservatori ipnotizzati”, così ho inseerito qua e là le loro citazioni vigorose, in gran parte piuttosto pessimistiche. Spero proprio che non facciano andare il boccone di traverso a nessuno. Intendo anche letteralmente, perchè uno degli aspetti più originali di questo manuale è la presenza di ricette. Sono ricette molto semplici, con ingredienti a base di prodotti locali e tanti suggerimenti per i cibi autoprodotti e il riutilizzo degli avanzi. Insomma una proposta alimentare sobria ed ecologica.

Il mio tentativo è quello di rendere un argomento molto deprimente, come la fine del petrolio, un po’ più divertente e soprattutto stimolare il lettore alla socializzazione, che poi sta alla base delle mia proposta. Solitamente sono tre gli scenari possibili, una volta iniziato il declino della produzione di petrolio e gas.

Il primo prevede un atterraggio morbido, con i governi e i mercati che reagiscono saggiamente per colmare le falle causate dall’esaurimento dell’oro nero nelle economie industriali con alternative sempre nuove e migliori.

Il secondo scenario prevede uno scivolone rapido, in cui una combinazione di errori dei governi e strafalcioni delle aziende transnazionali causa una incostanza sempre maggiore nei servizi essenziali, con il probabile innesco di una recessione economica che si inasprisce gradualmente e profondi cambiamenti strutturali che si impongono nei settori chiave della società.

La terza possibilità è un atterraggio ancora più brusco, con un collasso improvviso dei mercati, deprezzamento delle valute nazionali, crescita della povertà, perdita dei punti di riferimento e infine la decimazione, di almeno due terzi, della popolazione mondiale.
Lo scenario post-petrolifero si potrebbe descrivere usando gli stessi termini crudi utilizzati da Dmitry Orlow, per descrivere il collasso dell’impero sovietico dei primi anni ’90:
“Per un po’, l’abbondanza temporanea di carburanti fossili ha permesso a molti ex contadini di vivere come nobili. Sono andati ad abitare in ville, hanno avuto mezzi di trasporto e anche servitori. Quando queste fonti di energia saranno esaurite, molte di queste personone saranno costrette a ridiventare contadini e dovranno vivere in capanne, postarsi a piedi, usare falce e zappa per procurarsi il loro sostentamento. Insomma, torneranno a fare il lavoro di un tempo”.

Confesso di essere più ottimista del signor Orlow. Tuttavia, da quando ho scritto questo libro, alcuni dei fenomeni di disgregazione sociale e di crisi economica indicati come segnali dell’era post-petrolio si sono già verificati e il libro aveva bisogno di un piccolo aggiornamento, cosa che ho fatto dove necessario per questa edizione. Gli eventi più recenti hanno aumentato la credibilità di gran parte dei temi fondamentali che vengono qui esposti. Nel 2005 mi ero concentrato molto sulle economie emergenti di Cina e India. Oggi è chiaro che il collasso della petroleconomia messicana è imminente e che essa avrà un effetto drammatico sugli Usa e di conseguenza sul resto del mondo, forse ancora maggiore dell’implosione continua del mercato dei mutui sub-prime.

Nel 2007, la commissione intergovernativa sul cambiamento climatico Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) ha pubblicato quattro relazioni approfondite ed inquietanti. Sebbene per natura prudente, dal momento che è difficile mettere d’accordo 2.500 scienziati, l’Ipcc ha spiegato in modo assolutamente inequivocabile che la temperatura del globo sta aumentando sempre più velocemente. Un cambiamento così rapido che per taluni potrebbe essere già oltre la capacità di controllo dell’uomo, con un “impatto brusco e irreversibile” sulla vita del pianeta.

Se l’uomo continuerà a comportarsi in questo modo ancora per altri dieci anni, gli scienziati dell’Ipcc stimano che entro alla fine del secolo la temperatura del Pianeta potrebbe aumentare di 6,4° C. Attualmente la temperatura media del globo è di circa 3° C maggiore rispetto all’ultima grande era glaciale. Arrivare a 6° C in più va oltre l’immaginabile. Con l’aumento del prezzo dell’energia, il carbone e i suoi derivati liquidi daranno profitti sempre più elevati. Pur aumentando i costi economici per chi inquina, come stanno cercando di fare le Nazioni Unite, la situazione del Pianeta rimane comunque precaria. Al Gore, nel suo discorso in occasione della consegna del premio Nobel, ha detto:
“La strada che abbiamo davanti è molto difficile. Quello che ci viene chiesto di fare va molto a di là di quello che consideriamo sia oggi il limite massimo della nostra capacità d’azione. Inoltre, è da considerare che non siamo in grado di sapere con certezza cosa succederà in futuro”.

Io propendo per lo scenario dell’atterraggio morbido, o forse di una via di mezzo che porti l’uomo a ridurre il suo appetito rapace così distruttivo nei confronti del mondo naturale, da cui tutti dipendiamo. Non penso di certo che i governi si sveglino in tempo per cambiare le cose in modo sostanziale, anche se si stratta di un’evenienza possibile. Credo anche che la gente si educherà e avrà tempo e risorse sufficienti per prepararsi alla transizione verso uno stile di vita appropriato, indipendentemente dall’inettitudine dei propri governanti. Sposteremo in avanti il nostro limite più audace, rischiarando le ombre del futuro con la nostra luce.

Questo libro è inteso rendere la transizione all’era post petrolio semplice e anche divertente. A dire la verità considero la transizione, ormai prossima, una cosa positiva e dopo aver letto questo libro spero sarà così anche per voi.[/i]

L’autore: Albert K. Bates, è uno dei co-fondatori dell’Ecovillage Network of the Americas e del Global Ecovillage Network.
Nel corso della sua carriera come avvocato ha discusso casi legati all’ambiente e i suoi libri hanno anticipato i pericoli più grandi che oggi il mondo si trova ad affrontare.
E’ direttore del Global Village Institute for Appropriate Technology dal 1984 e dell’Ecovillage Training Center della comunità The Farm nel Tennessee, dal 1994, dove vive tutt’oggi.

[i]Manuale di sopravvivenza alla fine del petrolio
Albert K. Bates
Editrice AAM Terra Nuova
pp. 228 – euro 18,00 (prezzo per gli abbonati euro 16,20)[/i]

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