Ormone della crescita bovina, IGF-1, salute pubblica

crescitabovinaLa Somatotropina Bovina ricombinante (rBST o rBGH) è la copia geneticamente modificata della somatotropina naturalmente prodotta dall’organismo animale, la Somatotropina Bovina (BST o BGH, dall’inglese Bovine Growth Hormone, ovvero ormone della crescita bovina), un ormone proteico prodotto dall’ipofisi dei bovini.
L’amministrazione alimentare e farmaceutica degli Stati Uniti (FDA) ne dichiarò la sicurezza e quindi ne permise la commercializzazione nel 1993 e dal febbraio dell’anno successivo la Monsanto, titolare del prodotto, ne iniziò la vendita ai produttori di latte americani col nome di Posilac, un marchio ora di proprietà della Elanco Animal Health, una divisione della Eli Lilly and Company.
Il processo di autorizzazione fu controverso. Ex impiegati della Monsanto andarono a lavorare per la FDA, supervisionarono il processo di approvazione e poi tornarono a lavorare per la Monsanto. Il latte contenente l’rBGH non fu mai sperimentato sugli umani prima che la FDA ne consentisse la commercializzazione.
Nel 1996, Samuel Epstein, dell’Università dell’Illinois, condusse uno studio dettagliato sugli effetti potenziali di un aumento di IGF-1 nell’uomo. I suoi accuratissimi risultati dimostrarono che IGF-1 prodotto da mucche trattate con rBGH può indurre cancro al seno e al colon nei bevitori di latte. L’infiammata conclusione di Epstein fu che «con la complicità della FDA, tutta la nazione è stata sottoposta a un esperimento che ha riguardato l’alterazione su vasta scala di una delle più antiche e importanti sostanze alimentari, utilizzando a questo scopo un prodotto biotecnologico poco caratterizzato e privo di etichettatura… questo causa un maggior rischio di potenziale danno alla salute per l’intera popolazione degli Stati Uniti».
Epstein successivamente espose i risultati delle sue ricerche nel libro Cosa c’è nel tuo latte?

Gli Stati Uniti sono l’unica nazione che permette agli esseri umani di bere latte da mucche che hanno assunto l’ormone della crescita artificiale, sebbene l’opinione pubblica abbia costretto molte aziende a rendere i loro prodotti privi di rBGH.
L’uso del Posillac è stato bandito in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e tutti i paesi dell’Unione Europea.
L’Unione Europea ha affidato allo SCAHAW (Scientific Committee on Animal Health and Animal Welfare) il compito di esprimere un parere relativo all’uso della rBST nei bovini da latte correlato al benessere animale. Tale comitato prendendo in considerazione i possibili effetti collaterali ha evidenziato:

. una diretta correlazione tra il trattamento con rBST e l’incremento delle mastiti;
. un’aumentata incidenza delle patologie podali nelle bovine trattate a lungo con rBST;
. la presenza di lesioni, nel sito di iniezione del farmaco;
. un abbassamento della fecondità delle bovine: nelle multipare dallo 82% al 73% e nelle primipare dal 93% al 63%;
. la presenza di maggiori problemi sanitari nei vitelli partoriti da bovine trattate rispetto ai vitelli nati da madri non trattate;
. modificazioni della temperatura corporea e della funzionalità dell’apparato digerente.

Un altro comitato scientifico dell’UE, lo SCVPH (Scientific Committee on Veterinary Measures relating to Public Health), ha formulato pareri sugli aspetti di sanità pubblica. Lo SCVPH ha descritto:

. la possibile persistenza di residui del farmaco e/o dei suoi metaboliti sia nel latte sia nelle carni, destinate al consumo umano, degli animali trattati con rBST;
. il ricorso a farmaci antibatterici, per la cura delle mastiti conseguenti all’uso della rBST, che aumentano il rischio di presenza dei residui di tali farmaci nel latte e incrementano il rischio di comparsa di farmaco-resistenza batterica;
. che la rBST potrebbe influire sul metabolismo di altri farmaci somministrati agli animal: infatti l ’aumento di IGF- 1 indotto dalla rBST determina un rallentamento della attività del citocromo CYP450 la cui famiglia è deputata allo smaltimento di diversi farmaci nei bovini, aumentando così il livello residuale di questi nel latte e nella carne;
. ma, soprattutto, come rischio maggiore, ha evidenziato che la rBST determina un aumento notevole della formazione di IGF-1, la cui concentrazione nel latte è fortemente incrementata rispetto agli animali non trattati.

Gli IGF-1, i fattori di crescita insulino-simili, noti anche come IGF (acronimo di insulin-like growth factor) o somatomedine, sono un gruppo di ormoni peptidici dalle proprietà anaboliche, prodotti dal fegato sotto lo stimolo dell’ormone della crescita (GH) prodotto dall’ipofisi. Numerose ricerche riportano studi sul rapporto tra IGF-1 e sviluppo di tumore, in particolare della mammella, della prostata e del colon-retto.
Il 15% della carne bovina italiana è trattato con ormoni e sostanze vietate. Il dato emerge dalle analisi istologiche del Centro di referenza nazionale sugli anabolizzanti.

Stefano Momentè

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