Il vero problema del latte è il latte

Food and Farm Comfortable CowsParmalat acquista il latte in Cina, gli allevatori liguri sversano la produzione delle loro vacche sui campi per protesta.
Qual è il cuore del problema, la Cina o l’allevamento?
La seconda ipotesi direi.
Gli allevatori italiani non sono quelli che hanno già una valanga di contributi? Il latte vaccino non è quello che ha l’iva al 4 %? E gli allevatori non sono comunque quelli che indagini dei NAS del 2014 sui farmaci veterinari dopo 211 controlli hanno visto comminare ben 114 sanzioni penali e 71 amministrative? Non sono quelli che portavano gli animali al mattatoio di Italcarni di Ghedi, in provincia di Brescia? Quelli beccati dalle telecamere nascoste fatte installare dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, già noto per aver portato avanti la vicenda Green Hill, la procura di Brescia, i Nas di Cremona e la Guardia forestale? L’inchiesta avviata ha portato qualche mese fa al sequestro dell’azienda di macellazione. I filmati mostravano animali che giungevano ai cancelli dello stabilimento già morti e le sevizie cui sono sottoposti quelli ancora vivi: bovini agonizzanti trascinati sul pavimento agganciati a delle catene, mucche prese a bastonate o sollevate di peso con i bracci meccanici dei muletti, talvolta addirittura infilzate.
Le atrocità riservate agli animali non erano l’unico capo di accusa: in alcuni campioni di carne sarebbero state trovate concentrazioni di batteri fino a 50 volte superiori a quelle consentite dalla legge, tra cui la salmonella.
E ancora, gli allevatori non sono gli stessi dei sequestri di questi giorni in Veneto e che un paio di anni fa hanno visto il sequestro probatorio di 4 mila mucche in 16 allevamenti, in seguito alle perquisizioni svolte dai militari dell’Arma negli allevamenti di Cremona, Mantova, Bergamo, Verona, Brescia, Parma, Piacenza, Rovigo e Ragusa? E hanno visto 80 mila litri di latte sottoposti a vincolo sanitario e 27 persone denunciate, tra le quali un veterinario che è stato trovato in possesso di enormi quantità di farmaci privi di registrazione e autorizzazione, alcuni dei quali provenienti dal mercato extra UE?

Dobbiamo continuare?

Stefano Momentè

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