Ricerca LAV: scarsa opzione veg nelle mense

Categoria : Società

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Nell’ambito delle iniziative promosse dalla LAV per garantire la possibilità di usufruire di menu vegetariani nelle mense pubbliche e private, oltre alla raccolta di firme volta ad assicurare che i circa 6 milioni di vegetariani italiani godano di un trattamento equivalente a quello di tutti gli altri cittadini quando si siedono a tavola alla mensa scolastica o aziendale, la LAV ha effettuato una ricerca per verificare la disponibilità dell’opzione vegetariana nelle mense scolastiche – che raccolgono circa la metà degli utenti di ristorazione collettiva pubblica in Italia (2.047.000 su un totale di 5.349.000, elaborazione dati Fipe) – e quanto, laddove presente, questa venga promossa.La ricerca riguarda tutti i capoluoghi di Regione italiani ed è stata effettuata attraverso i siti web istituzionali delle Amministrazioni cittadine, e tramite contatto diretto con le stesse.

I risultati rivelano una situazione molto varia (vedi scheda per i dettagli): se è vero che in 18 capoluoghi di Regione su 21 (comprese le Province autonome di Bolzano e Trento) l’opzione vegetariana è diffusa, le Amministrazioni che la propongono non la pubblicizzano e la modalità con cui va richiesta è discrezionale.

“Dalla ricerca risulta evidente che non tutti i Comuni italiani garantiscono l’opzione vegetariana nelle mense scolastiche – commenta Roberta Bartocci, del settore Vegetarismo della LAV – e quelli che la prevedono non la rendono nota, se non in rari casi”.

Lo scorso maggio il Ministero della Salute ha emanato le “Linee di indirizzo nazionale sulla ristorazione scolastica”, con lo scopo di “facilitare, sin dall’infanzia, l’adozione di abitudini alimentari corrette per la promozione della salute e la prevenzione delle patologie cronico-degenerative (diabete, malattie cardiovascolari, obesità, osteoporosi, ecc.) di cui l’alimentazione scorretta è uno dei principali fattori di rischio”. All’interno del documento del Ministero è esplicitamente prevista la garanzia di fornire “sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali”.

“Per usufruire di un menu ‘speciale’ per motivazioni etiche, inoltre, il Ministero non prevede la presentazione di alcuna certificazione medica, ma è sufficiente la richiesta dei genitori – aggiunge Roberta Bartocci, del settore Vegetarismo della LAV – ciò da per scontato che si debba sempre garantire l’opzione richiesta, compresa quella vegetariana”.

Purtroppo non è così. Molte persone, infatti, si rivolgono alla LAV per essere aiutate a ottenere un pasto vario e bilanciato per i propri figli a scuola, o per sé stessi nella mensa aziendale. Spesso, poi, vengono ostacolate da dietisti e pediatri di comunità, poco informati.

“Ci auguriamo che tutte le mense scolastiche italiane recepiscano i principi sanciti dalle Linee d’indirizzo del Ministero della Salute e che non avvengano più casi di discriminazione. – prosegue Paola Segurini, del settore vegetarismo della LAV – E’ fondamentale, inoltre, che il personale di mensa sia informato adeguatamente sui menu vegetariani. La LAV sta mettendo in atto iniziative per fare in modo che siano conosciuti e introdotti prodotti proteici a base di soia e legumi o “alternativi”, come il seitan, per evitare di fornire pasti monotoni o troppo sbilanciati verso latticini e uova a sostituzione della carne, con conseguente eccessivo apporto di grassi saturi e colesterolo”.

Facilitare la scelta vegetariana è anche un atto di civiltà e di rispetto per l’ambiente, considerato che un pasto vegetariano fa risparmiare quasi 2 kg CO2eq rispetto ad uno con carne; ecco perché le Amministrazioni dovrebbero tener conto non solo di garantire l’accesso a menu vegetariani per gli utenti che ne fanno richiesta, ma anche di promuoverli periodicamente nelle mense per tutti gli altri utenti, in linea con le normative sui cosiddetti “acquisti verdi” nella Pubblica Amministrazione.

Nelle prossime settimane le sedi locali dell’Associazione consegneranno le firme raccolte ai Sindaci delle loro città, chiedendo di inserire l’opzione vegetariana nei casi in cui non sia prevista o un impegno a migliorare l’offerta di menu vegetariani, laddove questa sia già presente.

[ufficio stampa LAV]

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